“Visto che ormai siamo a bocce ferme, qualche considerazione sull’operazione Banca Intesa/Popolari venete occorre pur farla. E credo che abbiamo diritto a delle risposte. Cos’è successo in appena una settimana per passare da una ricapitalizzazione precauzionale da 1,2 miliardi alla vendita di due banche a un euro? Quale posizione il Governo ha tenuto in Europa? È la Ue che decide per noi o gli italiani hanno ancora qualche diritto di decidere sulla loro economia? Esiste ancora una sovranità o nelle trattative abbiamo abdicato a tutto? Quando il Presidente del Consiglio dice che non si fanno fallire due banche per un miliardo di euro, è altrettanto corretto sostenere che non le si svende per un euro? Il passivo delle banche e dei crediti deteriorati è definito oppure dobbiamo attenderci altre sorprese?”.
Sono le domande che il Presidente della Regione rivolge al Governo e al Ministro dell’Economia mentre si parla di un decreto legge in arrivo per la liquidazione delle due ex Popolari venete, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.
“I veneti in questi mesi non si sono distratti. Siamo un popolo che ha memoria lunga – riprende il Governatore del Veneto facendo il punto su quanto accaduto finora -. Fino a poche ore fa, eravamo fermi alla richiesta del Governo di identificare imprese con mezzi sufficienti a garantire una ricapitalizzazione precauzionale pari a 1,2 miliardi di euro. Ovvio che si sia registrata l’impossibilità di trovare qualcuno che ci mettesse anche soltanto un euro. Quindi, a sorpresa, esce dal cappello una soluzione: vendere le due banche, col Governo che si accolla una marea di miliardi in una bad bank per consegnare i due istituti ripuliti a Banca Intesa, che ha svolto ottimamente il suo mestiere, anche perché non ha certo come statuto quello di fare beneficenza in Veneto. Onore al merito al dott. Messina che si porta a casa il credito delle zone più sviluppate del Paese, nel momento della ripresa. Quattro in pagella invece al Governo”.