Andando verso la fine di aprile avremo una riduzione importante dei ricoveri. Già oggi,sabato 18 aprile, per la prima volta dopo molte settimane, il numero delle persone in terapia intensiva per Coronavirus (190) è inferiore a quello dei degenti in rianimazione per altre patologie (196).
E a fine maggio si arriverà vicini alla fine dei ricoveri ospedalieri, con qualche decina di persone ancora degenti. Lo prevede il modello matematico realizzato dalla Regione Veneto e che già dall’inizio della crisi ha tracciato la tendenza dell’evoluzione dell’epidemia.
Ma tra settembre e novembre è prevista una nuova fase di recrudescenza dell’infezione: «Per questo dobbiamo prepararci adesso e non possiamo permetterci di farci trovare impreparati»: lo sottolinea il presidente del Veneto, Luca Zaia, che disegna questo scenario del futuro dalla sede della Protezione civile regionale, al quartiere Cita di Marghera.
Dopo la fase 1 – quella dell’infezione acuta, che fortunatamente stiamo abbandonando – e dopo la fase 2 – quella della ripartenza graduale dell’economia e della società – secondo Zaia ci sarà certamente una fase 3, poco gradevole: «Sarà quella della re-infezione acuta».
Sarà in autunno e oggi si prevede che ci saranno dei ritorni di fiamma, dei nuovi focolai di infezione, che andranno individuati subito per intervenire immediatamente: «Noi ci prepariamo a fare tantissimi tamponi», spiega il Governatore.
L’obiettivo, se si presentasse una recrudescenza dell’epidemia, è quello di isolare le porzioni del territorio dove si manifestasse: «Faremo quello che abbiamo fatto a Vò: tamponi a tutti per scoprire i contagiati. A Vò, alla prima indagine a tappeto con i tamponi, abbiamo trovato 66 persone positive e non sintomatiche. Se non le avessimo trovate e isolate subito, avrebbero contagiato chissà quante altre persone. Tant’è vero che, alla seconda indagine a tappeto fatta qualche settimana dopo sempre a Vò, abbiamo trovato solo 6 positivi. L’isolamento a questo serve: a spegnere i focolai». (G.M.)