Guai cardiocircolatori per una persona su quattro; il 50% sovrappeso e solo il 30% che pratica stili di vita (alimentazione, movimento, uso di tabacco e alcol) corretti.
Sono solo alcuni dei dati emersi dal progetto di prevenzione primaria “Pensiamoci prima”, elaborati dal dottor Fausto Rigo, responsabile del Centro cardiologico dell’ospedale Villa Salus di Mestre e dell’IRCCS San Camillo del Lido, che mostrano anche come allo stato attuale un soggetto su 3 che presenta un attacco ischemico coronarico muore ancor prima di poter essere trasportato in ospedale.
«In un bacino di 350mila abitanti – evidenzia Rigo – un soggetto al giorno muore improvvisamente per infarto fulminante. Abbiamo valutato nel periodo tra settembre e dicembre 2022 un campione di 204 soggetti giovani asintomatici, uomini e donne dai 45 ai 65 anni, che vivono a Venezia e a Mestre. Abbiamo poi analizzato 60 parametri clinici, ematochimici e strumentali, con algoritmi elettronici di intelligenza artificiale, in modo da attribuire a ciascuno un rischio personalizzato, fornendo consigli e terapie».
Questi altri risultati: 51 dei 204 soggetti si sono rivelati affetti da patologia coronarica-carotidea, mentre 5 su 51 sono stati sottoposti ad angioplastica coronarica, con applicazione di 1 o 2 stent (o protesi) in almeno un vaso coronarico.
Se 8 persone su 51 avevano un’anomalia congenita di decorso intramiocardico coronarico e di questi, la metà con segni di ischemia inducibile, ossia indotta da uno sforzo fisico, in 85 su 204 soggetti sono invece state suggerite alcune terapie specifiche: nell’80% dei casi farmaci e consigli dietetici per abbassare il colesterolo “cattivo”, mentre nel 20% medicinali per la pressione.
«Dall’esperienza maturata con il progetto pilota – evidenzia Rigo – ci proponiamo di valutare almeno 500-600 persone entro un anno: i candidati ideali sono uomini dai 50 anni in su con almeno un fattore di rischio e donne over 55 con almeno due di essi. Forniremo loro un resoconto clinico dettagliato, in merito ai riscontri emersi. Come pure informazioni pratiche e rigorose su come modificare i loro fattori di rischio. E ancora, garantiremo – se necessarie – indicazioni sugli esami di 2° livello da effettuare». (M.G.)