I Vescovi della Conferenza Episcopale Triveneto si sono riuniti oggi, per il loro incontro periodico, presso il Centro pastorale card. Urbani di Zelarino (Venezia) dedicando un ampio spazio dei lavori a condividere valutazioni e impressioni sulle conseguenze ecclesiali e pastorali determinate dall’attuale emergenza coronavirus che sta profondamente toccando e cambiando la vita dei territori e delle Chiese del Nordest e di cui non è ancora possibile prevedere un’imminente conclusione.
In questo momento faticoso e che chiama tutti – come ha osservato ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – ad agire con senso di unità, collaborazione e responsabilità “senza imprudenze e senza allarmismi”, i Vescovi desiderano rivolgere il seguente messaggio alle popolazioni del Nordest:
Siamo vicini a tutti voi, abitanti del Nordest, di cui condividiamo fino in fondo le preoccupazioni, i disagi e le speranze. In particolare desideriamo esprimere una parola di fiducia e di incoraggiamento nei confronti di quanti sono più direttamente coinvolti o stanno più soffrendo e patendo, nei diversi ambiti di vita, per gli sviluppi così estesi dell’emergenza in corso.
Come comunità cristiane, specialmente in alcune delle nostre regioni, siamo oggi molto provati nella nostra ordinaria vita ecclesiale e liturgica che è stata alquanto ridimensionata nel rispetto delle disposizioni delle pubbliche autorità e per la volontà di concorrere insieme al bene comune.
Ci sorregge, però, la convinzione di fede che Dio non fa mancare la sua presenza e il suo aiuto. Anzi, la Divina Provvidenza saprà trarre anche da questo male un bene ulteriore e futuro che ora non possiamo prefigurare ma che possiamo comunque preparare con il nostro impegno responsabile e, soprattutto, con la volontà e la capacità di cogliere questa difficoltà come un’opportunità di grazia, conversione, verifica e revisione dei nostri stili di vita come questo tempo di Quaresima richiede espressamente. Potremo così già oggi iniziare a favorire la comune ripartenza e la riattivazione, appena possibile, di tutti i settori della nostra vita ecclesiale e sociale (dalle relazioni interpersonali all’economia, dal turismo alla vita culturale e ricreativa ecc.).
L’attuale impossibilità, in molte comunità ecclesiali, di celebrare l’Eucaristia festiva e feriale ci conduca a riscoprire e, quindi, gustare maggiormente la grandezza di questo singolare e supremo dono del Signore Gesù che realmente fonda, forma, sostiene e indirizza tutta la vita della comunità ecclesiale e di ogni cristiano. Nello stesso tempo, tale situazione spinga ad allargare lo sguardo di fede e il cuore dei credenti fino a cogliere tante altre circostanze e modalità utili, opportune e necessarie per santificare la nostra vita: un ascolto più attento della Parola di Dio detta per noi oggi, un tempo più prolungato e intenso di preghiera personale e in famiglia (che rimane luogo principale e favorevole per la generazione ed educazione alla fede e alla vita), un’esistenza più ricca e aperta a gesti autentici, semplici e concreti di carità a favore di chi è più povero, debole, fragile e sofferente; queste persone, oggi più che mai, rimangono segno speciale della presenza di Cristo risorto in mezzo a noi. Tutto ciò deriva sempre dall’Eucaristia e all’Eucaristia invita a tornare.
Questa vicenda, che coinvolge ormai il mondo intero, ci porta anche ad un’altra riflessione: siamo davvero sempre più interconnessi e necessariamente “solidali” gli uni nei confronti degli altri. Tale epidemia, che si espande in questo villaggio globale e digitale, ci fa comprendere che siamo sempre più “prossimi” e, quindi, corresponsabili gli uni della vita degli altri e perciò ancor più sollecitati ad assumere – personalmente e comunitariamente – scelte, decisioni e comportamenti più stringenti a favore del bene comune. Non dimentichiamo, infatti, anche altre gravi situazioni di sofferenza tuttora presenti nel mondo.
Assicuriamo la preghiera per i malati e i loro familiari, per i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari, per la comunità scientifica e per quanti hanno responsabilità politiche ed amministrative nell’attuale emergenza, con riconoscenza per quanto essi stanno facendo con impegno e dedizione; confermiamo la nostra solidale vicinanza a tutti coloro che sono già ora colpiti dalle pesanti conseguenze provocate sul piano economico, sociale e lavorativo.
Con forza e umiltà continuiamo ad invocare insieme a tutti voi, abitanti del Nordest, il Signore Gesù – il Crocifisso Risorto, nostro unico Redentore – perché accompagni, illumini e sostenga la vita delle nostre Regioni in questo particolarissimo tempo di Quaresima e ci doni al più presto l’aiuto, la liberazione e la salvezza di cui abbiamo bisogno. Interceda per tutti noi la Beata Vergine Maria, così cara e unanimemente acclamata dalle nostre Chiese e in tanti nostri santuari e territori.