Le campagne hanno sete? Negli anni prossimi ne avranno ancora di più? Veritas ha pronti 30 milioni di metri cubi di acqua per l’irrigazione. È l’acqua depurata dagli impianti – in particolare a Fusina e a Campalto – che ripuliscono gli scarichi reflui.
«Anziché conferirla in mare, dato che è a norma – propone Andrea Razzini, direttore generale di Veritas – con pochi sforzi quest’acqua può essere usata per usi industriali o, meglio ancora, per usi irrigui».
Tanto per avere un’idea, ci vogliono 12mila piscine olimpioniche per contenere 30 milioni di metri cubi di acqua; o, se si preferisce, con quell’acqua si potrebbe riempire 48 volte il grande volume dell’ospedale dell’Angelo di Mestre.
Tradotto in usi agricoli: con tutta quell’acqua è possibile irrigare per un anno circa 60mila ettari di campi coltivati a mais, cioè una superficie pari a una volta e mezza quella del Comune di Venezia, da Mestre alla città storica, laguna compresa.
Il progetto c’è, ma servono ancora alcuni passaggi fondamentali: «La ripulitura dell’acqua potrebbe essere completata – riprende Andrea Razzini – nella cassa di colmata A, che è una vasca di fitodepurazione già pronta, di decine di ettari. Il lavoro da fare è con gli enti normatori, che devono certificare che quelle sono acque adatte, e con il consorzio di bonifica, con cui si deve trovare la soluzione idraulica per il trasporto dell’acqua». Non potendo, infatti, condurla a destinazione lungo un tragitto in salita (salvo usare energia, ma i costi sarebbero molto alti), bisogna cercare strade idrauliche in discesa. Un’impresa non impossibile e che produrrebbe grandi vantaggi, che bisogna iniziare a progettare oggi.
Giorgio Malavasi