A Santa Chiara, nei pressi di piazzale Roma a Venezia, aprirà a breve lo spazio pensato per ospitare sette uomini che stanno vivendo il periodo di transizione dal carcere alla vita libera. E intanto per le donne nelle medesime condizioni si aprono gli spazi di Casa San Giuseppe alle Muneghette.
E nel frattempo si rende disponibile un appartamento per altri quattro ex detenuti, mentre si avviano a realizzazione i lavori di manutenzione di Casa Mons. Vianello a Campalto, anche’essa pensate per ospitare uomini provenienti dal carcere.
È l’insieme di iniziative che la Caritas veneziana ha scelto di realizzare per dare ulteriore slancio al progetto solidale legato alle persone recluse nel territorio. L’obiettivo, infatti, è di aiutare chi sta per terminare la pena nel fare il passo più difficile: quello del reinserimento.
Trovare un lavoro e soprattutto trovare un tetto, per chi esce dal carcere, è il passaggio più complicato, quello in cui si scontano giudizi e pregiudizi che avvolgono chi ha subito condanne. Per chi ha subito condanne inferiori ai tre anni (e dunque può accedere alle pene alternative alla detenzione in cella) o per chi si avvia a completare il tempo della pena e può accedere alla semilibertà, o anche per chi fruisce di permessi premio, la fatica numero uno consiste nel trovare chi – fuori – dia fiducia e metta a disposizione strutture e servizi.
«L’idea – spiega il direttore della Caritas diocesana, Franco Sensini – è di spostare le donne che attualmente fanno questo percorso avendo per base lo stabile di Santa Chiara, a piazzale Roma. Per loro rendiamo disponibili sette posti in Casa San Giuseppe alle Muneghette».
Quanto il trasferimento verrà compiuto sarà possibile ospitare a Piazzale Roma uomini reclusi a Santa Maria Maggiore e nelle condizioni per poter uscire dal carcere, una volta ottenuto anche il benestare del magistrato. In questo modo si darà una risposta ad un’emergenza ancora maggiore rispetto a quella delle donne: «Per i detenuti – riprende Franco Sensini – ci sono anche altre due opportunità per cui la Caritas e la Diocesi stanno investendo risorse. La prima è Casa Mons. Vianello a Campalto».
Lo stabile, già utilizzato per questo scopo e adesso vuoto, ha bisogno di un intervento di manutenzione per riprendere la sua funzione: «Una risistemazione, con gli adeguamenti necessari, va fatta; ma non si tratta di un intervento molto gravoso. Una volta ottenute le autorizzazioni, i lavori dureranno pochi mesi. La speranza è quella di poter arrivare ad inaugurazione entro l’anno giubilare».
Casa Mons. Vianello, che dispone di un’ampio spazio verde e di una decina di posti letto, su due piani, sarà una risposta importante. Anche perché oltre a fornire un tetto garantirà anche un accompagnamento ai suoi ospiti: «I detenuti che escono vanno seguiti, accompagnati non solo in un processo di verifica e controllo, ma anche all’interno di un percorso rieducativo e di nuova integrazione. Per loro infatti, è essenziale riappropriarsi della propria autonomia, che significa saper gestire il denaro, farsi le spese, tenere in ordine una casa, cucinare…». In questo senso, per Casa Mons. Vianello, la Caritas veneziana sarà affiancata da Fondazione Esodo, composta dalle diocesi di Verona, Vicenza, Venezia, Belluno e Rovigo, e dalla cooperativa Nova, che supporterà con proprio personale le attività da compiere.
Ma c’è un’altra novità ancora più imminente: «A giorni – spiega il direttore della Caritas – andremo a firmare il contratto per ottenere un appartamento da Ater Venezia, così da metterlo a disposizione degli ospiti del carcere maschile. Sarà a Marghera e renderà disponibili altri quattro posti letto, in un alloggio semplice e sobrio, ma rispettoso di tutte le norme di sicurezza e adatto per questo tipo di attività».
Giorgio Malavasi