Cambia l’imposta di soggiorno a Venezia. E produrrà un milione di euro in più all’anno. Lo ha deciso oggi la Giunta Brugnaro.
Dal 1° gennaio 2018 l’imposta di soggiorno per appartamenti e abitazioni (le cosiddette locazioni brevi) non sarà più di 1,5 euro fissa, ma sarà aumentata ad una quota variabile che va dai 2 ai 5 euro a seconda della classificazione dell’appartamento.
Dall’anno prossimo, quindi, questi immobili saranno raggruppati in tre categorie ad ognuna delle quali corrisponderà una tariffa. Nel primo gruppo saranno inseriti gli immobili di tipo signorile, le ville e i palazzi storici (categoria catastale A/1; A/8; A9) che saranno soggetti ad un’imposta di soggiorno a notte pari a 5 euro, nel secondo gruppo ci saranno quelli di tipo civile, gli immobili rurali, i villini e gli alloggi tipici (categoria catastale A/2; A/3;A/6;A/7;A/11) con una tariffa di 3 euro a notte e infine il terzo gruppo, quelli di tipo popolare e ultrapopolare con categoria catastale A/4; A/5 con una tariffa di 2 euro a notte.
«Questa Amministrazione comunale – commenta l’assessore al Bilancio Michele Zuin – ha deciso di adeguare il sistema di calcolo dell’imposta di soggiorno inserendo, anche nell’ambito delle affittanze turistiche, un sistema di proporzionalità che già esiste per i pernottamenti negli alberghi. Una decisione che la Giunta ha preso attuando quanto esattamente scritto a pagina 98 del “Progetto di Governance territoriale del turismo a Venezia”, il documento redatto con l’apporto di tutta la struttura organizzativa dell’Ente e accolto favorevolmente sia dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo sia dall’Unesco. Si ottiene in questo modo una migliore equità fiscale, collegando l’entità dell’imposta per il turista alla qualità e tipologia di immobile utilizzato per il pernottamento».
Naturalmente – continua Zuin – rimangono in vigore le riduzioni collegate a particolari situazioni soggettive del turista, alla zona territoriale dove è collocata l’abitazione e al periodo: alta o bassa stagione. Inoltre, la nuova formulazione dell’imposta viene applicata solo agli appartamenti in locazione a turisti e non coinvolge gli alberghi e le altre strutture turistiche ricettive che, già dalla prima applicazione della tassa di soggiorno nel 2011, utilizzano un sistema tariffario proporzionato alla qualità della struttura e quindi al costo del pernottamento.
«Infine – conclude Zuin – va sottolineato che le maggiori entrate, quantificate in circa 1 milione di euro, verranno utilizzate, così come previsto dal “Progetto di Governance del Turismo a Venezia”, a copertura dei costi che derivano dal turismo e che non devono ricadere sui cittadini veneziani».