Nel mese di maggio, in Veneto, è caduta dal cielo tanta pioggia da riempire due milioni di piscine olimpioniche. O, se preferite, con l’acqua caduta dal cielo ogni cittadino veneto (nella regione siamo 5 milioni di persone) potrebbe farsi la doccia per tre anni, cioè circa mille volte.
Non per niente maggio è stato, nella nostra regione, il mese più piovoso degli ultimi trent’anni.
Lo attesta il rapporto redatto e pubblicato da Arpav, che pone in evidenza anche un’altra novità: le falde si sono ricaricate di acqua, spesso fino a giungere ai massimi di portata degli ultimi vent’anni. Una notizia particolarmente buona, quest’ultima, per l’equilibrio dell’ambiente ma in particolare per l’agricoltura.
Effetto pioggia, dunque: in maggio sono caduti sul territorio veneto 5041 milioni di metri cubi di acqua, il 136% in più rispetto alla media degli anni Duemila. Il maggio di quest’anno – informa il rapporto di Arpav – con una media di 274 millimetri caduti è risultato il più piovoso dal 1994, seguito dal maggio 2019 (237 mm) e del 2013 (235 mm).
Il mese scorso ricco di piogge non è però un episodio isolato: da ottobre 2023 a maggio 2024 le precipitazioni stimate in Veneto sono state mediamente di 1120 millimetri, contro una media del periodo 1994-2023 di 717 mm, cioè circa il 56% in più.
La pioggia caduta è stimata in circa 20.620 milioni di metri cubi di acqua, cioè quanta ce ne sta in 82.500 vani grandi quanto l’Arena di Verona oppure in 556mila “contenitori” pari alla basilica di San Marco a Venezia.
Sul Veneto dal 1994 sono stati misurati apporti di acqua piovana superiori solo nell’equivalente periodo dell’anno 2012-2013, con 1172 mm.
Le massime precipitazioni del periodo ottobre ’23 – maggio ’24 sono state registrate dalle stazioni di: Valpore Monte Grappa (Seren del Grappa, Belluno) con 2925 mm (cioè quasi tre metri di acqua), Turcati (Recoaro Terme, Vicenza) con 2708 mm, Rifugio la Guardia (Recoaro Terme, Vicenza) con 2689 mm. Le minime precipitazioni sono state rilevate dalle stazioni di: Sant’Apollinare (Rovigo) con 434 mm, Frassinelle Polesine (Rovigo) con 453 mm, Concadirame (Rovigo) con 480 mm e Pellizzare (Bagnolo di Po, Rovigo) con 493 mm.
Perciò si attenua una delle maggiori preoccupazioni: il progressivo impoverirsi delle riserve d’acqua presenti nel sottosuolo. Dopo gli ultimi anni molto siccitosi, infatti, le falde in Veneto erano particolarmente scariche. Le piogge copiose degli ultimi mesi ne hanno riavvicinato la gran parte ai livelli massimi registrati in questo primo scorcio di secolo.
Giorgio Malavasi