In Veneto i fumatori sono ancora il 22% della popolazione (723.000 persone circa nella popolazione 18-69 anni), ma sono in calo: nel 2008 erano il 26%.
Lo dicono i dati raccolti dal Sistema di Sorveglianza PASSI.
L’abitudine al fumo è maggiormente diffusa fra i più giovani (tra i 25 e i 34 anni) e si riduce con l’età. Da sempre fumano di più gli uomini (26%), rispetto alle donne (19%). Significativa, poi, la percentuale dei fumatori in condizioni economicamente più svantaggiate (33,5%).
Lo sottolinea la Regione Veneto nel ventennale della legge del 16 gennaio 2003, passata alle cronache con il nome del ministro Sirchia, che ha esteso l’obbligo di non fumare nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, in tutti i luoghi di lavoro, negli esercizi commerciali, di ristorazione, di svago e sportivi.
Secondo l’indagine, in Veneto il 94% degli adulti riferisce che il divieto di fumo è “sempre” o “quasi sempre” rispettato nei locali pubblici da loro frequentati nei trenta giorni precedenti l’intervista e il 96% nel luogo di lavoro. Tali percentuali di rispetto sono da sempre tra le più alte in Italia.
Anche l’esposizione al fumo passivo in ambito domestico è in Veneto molto ridotta: soltanto 6 intervistati su 100 dichiarano che nella propria abitazione è ammesso fumare (15 su 100 il dato nazionale).
«Con lo sviluppo delle sigarette elettroniche e di nuove tecnologie – spiegano gli esperti della Direzione Prevenzione della Regione del Veneto – si cerca di aggirare l’ostacolo della legge e sentirsi liberi di fumare. A questo quindi si sta correndo ai ripari, specificando nei vari regolamenti aziendali e scolastici che per divieto di fumo si intende anche per le sigarette elettroniche o assimilabili. L’idea di base rimane quella di mettere la persona al centro e, di conseguenza, gli ambienti in cui vive quotidianamente e nel corso della sua vita».
Veneto, fuma il 22% della popolazione (ma in calo rispetto al 26% di quindici anni fa)
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