Vaccinarsi costituisce “un obbligo morale verso se stessi e verso l’intera comunità civile”: è questo in sintesi il parere espresso dal Comitato Etico per la Pratica Clinica dell’Ulss 3 Serenissima.
Recependo quanto espresso dal Comitato Nazionale per la Bioetica secondo cui “il vaccino debba essere considerato un bene comune” e che sia “eticamente doveroso che vengano fatti tutti gli sforzi per raggiungere e mantenere una copertura vaccinale ottimale attraverso un’adesione consapevole”, il Comitato veneziano ha inteso condividere alcune ulteriori riflessioni etiche sul vaccino anti Covid-19 e la relativa campagna di somministrazione in atto.
Il Comitato, un organismo multidisciplinare che affronta le questioni etiche che si presentano nella pratica clinico-assistenziale quotidiana, ha innanzitutto evidenziato in una propria nota come “anche nel territorio regionale e aziendale siano state attivate diverse e complementari attività d’informazione, sulla base di riconosciuti riferimenti scientifici, volte a rendere l’operatore sanitario e il cittadino liberi di aderire in modo responsabile e consapevole alla vaccinazione”. Alla luce di tutto ciò, il Comitato sottolinea che “nel rispetto dei principi di beneficenza (il vaccino viene proposto ed eseguito per il bene della persona e si basa sui criteri di sicurezza ed efficacia), di autonomia (chi si sottopone al vaccino esprime responsabilmente un consenso libero ed informato) e di giustizia (il vaccino deve essere distribuito equamente, fatte salvo le priorità introdotte a vantaggio dei soggetti più deboli), in questa situazione di pandemia il vaccino è un obbligo morale verso se stessi e verso l’intera comunità civile in quanto non è possibile salvaguardare la propria salute se non insieme, attraverso una strategia comune”.
Nella sua nota, il Comitato infine auspica che gli attuali risultati di adesione alla campagna vaccinale si rafforzino nei prossimi giorni e conferma la propria disponibilità per consulenze etiche nel caso di situazioni particolarmente complesse o per offrire la propria competenza bioetica a supporto dei processi di consenso alla vaccinazione.