Domenica 16 settembre tutta l’Unitalsi Triveneta e le sottosezioni che la compongono si sono ritrovate ad Albarella per la “Festa dell’amicizia”.
Tantissimi i partecipanti: più di ottocento persone con una quarantina di carrozzine e un paio di barelle. «La giornata – spiegano in Unitalsi – ha voluto essere un gesto di attenzione e di affetto nei nostri stessi confronti e soprattutto nei confronti di coloro che hanno condiviso, condividono o condivideranno un pezzo di strada assieme a noi, per poco o tanto tempo, ognuno come potrà e vorrà. Proprio perché l’Unitalsi è o dovrebbe essere la casa e il luogo delle relazioni e della fecondità che esse generano».
Quella dell’Unitalsi è anche la storia di un’amicizia per una donna particolare e straordinaria, Maria, «che da 165 anni ci seduce e ci richiama in una grotta ai piedi dei Pirenei; ed è la storia d’amicizia e d’amore che, attraverso Maria, ci porta a Cristo. Perché l’Unitalsi è associazione ecclesiale: i pellegrinaggi, che organizziamo perché le persone possano essere felici, e il servizio, sono la nostra azione evangelizzatrice, occasione preziosa di risposta per far arrivare le persone all’incontro con Dio, testimonianza di una comunità inclusiva con i malati e con tutte le fragilità».
È stata celebrata una Messa, presieduta dal Vicario generale di Chioggia, monsignor Francesco Zenna che, commentando il Vangelo, ha sottolineato come le scelte del discepolo non si fanno intimorire di fronte alla croce e alla sofferenza. E’ seguita la benedizione di un’ambulanza che servirà alla Sezione per aiutare chi ne ha bisogno nei vari trasferimenti.
Poi il pranzo, i colori, la festa, il cabaret, il mare, la giornata piena di sole, la disponibilità di tanti volontari e degli organizzatori di Albarella… «Ma soprattutto l’amicizia che ci piacerebbe fosse il vero collante che tiene insieme le varie anime della nostra associazione. Certo, con un numero così grande di partecipanti, ci sono stati degli inevitabili problemi organizzativi e qualche disguido, ma in tanti hanno fatto vere e proprie acrobazie per concorrere alla riuscita della giornata. La risposta più bella sono stati i sorrisi di chi ha saputo gustare la bellezza di questo evento e lo straordinario dono di cui, se vogliamo, siamo capaci». (R.M.)