La sanità che cambia ha tre parole d’ordine fondamentali: appropriatezza, efficienza e sicurezza. Su queste tre “parole d’ordine”, che sono al centro del convegno che si terrà sabato 20 ottobre a Mestre, l’Ulss 3 Serenissima è fortemente impegnata: “Se vogliamo che il sistema sanitario pubblico resti sostenibile – sottolinea il Direttore Generale dell’Ulss 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben – la prima parola d’ordine è ‘appropriatezza’. Le risorse infatti non sono infinite, anzi; quindi devono essere gestite in maniera sempre più adeguata. Opero secondo il criterio dell’appropriatezza se fornisco a tutti la cura giusta, nel momento giusto, secondo le modalità corrette. Se così non faccio spreco risorse, e le sottraggo a chi ne ha realmente bisogno, e il sistema non cura e non si sostiene”. La ricerca di appropriatezza è fondamentale, quindi, per contenere gli sprechi: si ritiene, ad esempio, che sia inappropriata una buona parte delle prestazioni radiologiche ambulatoriali.
Le altre due parole d’ordine sono “efficienza” e “sicurezza”: “L’efficienza è importante – spiega il dottor Fulvio Di Tonno, uno dei responsabili del Convegno – perché è la professionalità degli operatori che porta alla erogazione di un servizio sempre più valido, puntuale ed economicamente sostenibile. E anche la sicurezza è ovviamente fondamentale, perché è impensabile oggi non tenere conto di quanto emerso dalla letteratura scientifica, e cioè che una parte significativa degli errori in medicina sia evitabile, e che questi originano molto spesso più da difetti del sistema che da problemi del singolo. Molto si può fare quindi per migliorare ulteriormente la sicurezza dei pazienti e insieme quella degli operatori”.
A parlare di queste tematiche il dottor Fulvio Di Tonno, del Dipartimento Chirurgico ed il dottor Francesco Serafini, del Dipartimento di Medicina, hanno invitato Anna Aprile, docente di Medicina Legale all’Università di Padova e Salvatore Aleo, giurista da sempre attivo sui temi della responsabilità in medicina. Su questo tema della responsabilità dei medici, parteciperà al convegno anche il magistrato Carlo Nordio, ben noto al grande pubblico, che segue da vicino l’argomento delicato delle cause per presunta malasanità, in molti casi strumentali, in altri sollecitate non tanto dalla reale presenza di un errore medico ma da altri interessi.
Per presentare anche all’ambiente medico il punto di vista e l’esperienza di chi opera in altri settori, porteranno la loro testimonianza al convegno di Mestre il pilota d’aereo Giovanni Favero, che nel suo lavoro pratica ed applica certamente le stesse “parole chiave”, ed il coach Walter De Raffaele, che negli ultimi anni alla guida dell’Umana Basket ha saputo inanellare una serie importante di prestazioni, che non sarebbero state raggiunte senza applicare anche nello sport le regole dell’appropriatezza e della efficienza.
Marco Masoni, docente all’Università di Firenze, affronterà poi il delicato problema del rapporto fra operatori sanitari e social media, mentre Gianni Virgili, che insegna all’Università di Firenze, si domanderà come fare per ridurre gli sprechi migliorando allo stesso tempo i risultati. Interverranno ancora il passato e l’attuale presidente dell’Ordine dei Medici, Maurizio Scassola e Giovanni Leoni, e la presidente dell’Ordine infermieristico Marina Bottacin. I rappresentanti della “Slow Medicine” e della “Associazione malati di Parkinson” faranno sentire il punto di vista dei pazienti, che deve sempre essere tenuto da conto. La responsabile delle professioni sanitarie dell’Ulss 3 Serenissima, Francesca Rossi, e le sue collaboratrici, Cristina Nardi e Marta Pannetto, parleranno ai partecipanti sulla importanza della formazione e della competenza del professionista.
Gli organizzatori del convegno, che si svolge a partire dalle ore 9 al Padiglione Rama, sono sicuri che alla fine dei lavori rimarrà chiaro un messaggio: per essere efficienti bisogna usare strumenti scientifici appropriati e vivere in un ambiente sicuro. In poche parole perseguire una cura sobria, rispettosa e giusta. L’obiettivo finale è uno solo: lavorare meglio, nell’interesse di tutti.