La compagnia sconfigge il caldo. La prescrizione che i geriatri dell’Ulss 3 Serenissima fanno agli anziani del nostro territorio, “ma ancor prima ai loro figli, ai loro nipoti, ai loro vicini di casa, è quella di stare vicini: perché la solitudine non è più solo un problema sociale, ma è diventato anche una questione clinica e sanitaria – spiega il primario di Geriatria di Venezia e Chioggia Ernesto Rampin -. Non possiamo chiedere agli anziani di mangiare frutta e verdura se non possono nemmeno uscire di casa a fare la spesa”.
Per la prima estate allora l’Ulss 3 Serenissima sta inviando gli infermieri della Centrale operativa territoriale a casa di 321 nuovi pazienti ultraottantenni soli. Lo fa a cadenza settimanale per controllare il loro stato di salute, per verificare se seguono correttamente le terapie farmacologiche, per idratarli con delle flebo quando necessario e per consigliarli nell’organizzazione domestica contro il caldo. “Non sono gli anziani non autosufficienti già in carico all’Assistenza domiciliare integrata, sono nuove persone fragili e sole che abbiamo individuato nelle ultime settimane – dice Francesca Ferraretto, dirigente delle Professioni sanitarie e responsabile della Cot -. È una cosa in più rispetto a ciò che già facciamo ogni estate: potenziare l’assistenza concentrandoci sulle esigenze dell’idratazione e dell’educazione al corretto stile di vita dell’anziano durante il caldo”.
“Lo facciamo perché uccide più la solitudine del caldo – insiste Rampin -. Pensiamo agli anziani che non assumono i farmaci a casa, che hanno patologie croniche. Ogni anno diamo il solito decalogo per proteggersi dal caldo. Ma a chi diamo queste informazioni? Ad anziani che probabilmente non hanno accesso a luoghi climatizzati, che non hanno nessuno che li accompagni a fare compere. Accorgiamoci sempre di loro: se nella cassetta delle lettere c’è posta accumulata da più giorni, probabilmente quell’anziano è barricato in casa e non riesce ad uscire. Ma anche se da tempo non sentiamo più la tv accesa, non vediamo più le luci accese. Il problema è che si passa da un eccesso di cura di figli molto premurosi a situazioni in cui l’anziano non ha nessuno. Ho appena dimesso due coniugi dall’ospedale dopo 49 giorni perché trovati a casa in condizioni di disagio, uno con demenza e uno con scompenso cardiaco: se non fosse stato per i vicini di casa che se ne sono accorti l’esito sarebbe stato diverso”.
Osservando il totale degli accessi ai cinque Pronto soccorso dell’azienda sanitaria veneziana (Mestre, Venezia, Chioggia, Mirano e Dolo), durante l’ondata di calore di questi giorni, la quinta di quest’estate veneziana, a circa 25 pazienti al giorno, il 3% del totale, viene riscontrato e refertato quello che si può comunemente definire colpo di calore. Ma è una percentuale sottostimata: poiché il calore può essere concausa di numerose patologie e incidenti (ad esempio cadute, traumi, coliche renali, crisi respiratorie, infezioni urinarie), la stima di chi accede alle cure del Pronto intervento per problemi dovuti al grande caldo sale fino all’8%, che equivale ad almeno 66 pazienti giornalieri che in queste giornate di allerta climatica finiscono al Pronto soccorso per incidenti o patologie riconducibili agli effetti del caldo. E la seconda stima che fanno i medici sale fino al 12% se si prendono in considerazione i soli accessi giornalieri degli anziani al Pronto soccorso.
“Molte volte il calore è una concausa che determina diversi problemi. Ad esempio la disidratazione dell’anziano, oppure le frequenti cadute, o la sincope della persona che sta lavorando – spiega il primario del Pronto soccorso di Dolo Andrea Pellegrini -. Se ad esempio come conseguenza di uno svenimento si verifica un trauma cranico con emorragia, questo viene codificato come ricovero per trauma, ma in realtà c’è stato il problema del calore che ha determinato l’evento. Sono le persone più anziane e fragili a soffrire di più in questo periodo, è vero, ma non ci sono solo loro. Abbiamo riscontrato un aumento di questi fenomeni per tutte le fasce d’età, anche se le conseguenze in chi è più giovane sono solitamente molto meno gravi”.
La fotografia è scattata in un luglio che registra nei Pronto soccorso dell’azienda sanitaria 4 mila accessi in più rispetto ai pazienti di gennaio. L’aumento è riscontrabile anche confrontando gli accessi dell’estate scorsa, e si attesta attorno al + 8%, quasi 1.700 pazienti in più in questo luglio 2024 rispetto al luglio 2023. La previsione per agosto, invece, è quella di un numero di accessi che imiterà il mese precedente e di picchi d’accessi nelle giornate a cavallo di Ferragosto.
“Il nostro compito è stare sempre in allerta – spiega il dg dell’Ulss 3 Edgardo Contato -. Ogni stagione ci porta un problema. Uno dei problemi estivi da fronteggiare è proprio il caldo. Quest’anno allora è ancora più intensa la nostra attenzione nei confronti degli anziani soli in casa. Perché, e lo dicono per primi i nostri esperti di medicina d’urgenza e di geriatria, la minaccia ancora più grande del caldo per i nostri anziani è la solitudine, e tutti noi dobbiamo sentirci chiamati ad arginarla”.