La Conferenza Episcopale Italiana celebrerà quest’anno a Gubbio il 2 e 3 settembre la Giornata nazionale del Creato, dedicata alle tematiche ambientali e di rispetto della Natura.
In questa occasione l’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana ha proposto, come nel 2015 per Expo, un sondaggio tra le migliaia di strutture ricettive italiane presenti sul portale www.ospitalitareligiosa.it, suddivise fra quelle gestite da laici e quelle gestite da religiosi.
Ben il 93% di queste ultime cura direttamente una zona verde (+5% rispetto a due anni fa), mentre i laici si fermano all’82%; la raccolta differenziata si stabilizza intorno al 95% per entrambe le categorie.
Progrediscono le strutture religiose sugli avvisi ambientali nelle camere degli ospiti: salgono dal 38% al 45%, equiparandosi così alle strutture laiche.
Il 55% delle strutture laiche usano detersivi ecologici, un settore in cui quelle religiose fanno un vero salto di qualità, passando in 2 anni dal 43% al 64%.
Lo stesso si può dire della presenza di sistemi di risparmio energetico, stabili nelle strutture laiche contro un progresso dall’86% al 97% di quelle religiose.
Lieve flessione in tutti i settori, invece, se parliamo di alimenti biologici e a “chilometro zero”, i cui numeri, evidentemente, nel 2015 subivano l’effetto positivo di Expo.
Nell’uso di posaterie raddoppia l’incidenza del compostabile ma raggiunge appena il 5% delle strutture religiose e il 2% di quelle laiche: 9 su 10 preferiscono ancora i materiali lavabili.
Molto più significativo il dato su come si autovalutano le strutture ricettive in campo ambientale. Solo il 2% ritiene di fare già a sufficienza. La gran parte (oltre il 50%) pensa di poter fare di più, ma il 10% lo ritiene particolarmente costoso e un 30% si trova incerto tra una posizione attendista e una più marcatamente ambientalista.