Da lunedì 8 febbraio si fa un passo indietro. Se in una classe c’è un alunno positivo al Covid, si tornerà a fare il tampone rapido a tutti i compagni di classe. E, in caso di negatività di tutti, la classe potrà continuare a fare lezione regolarmente a scuola, in presenza.
È una novità annunciata durante il consueto briefing del Governatore Zaia, dalla sede della protezione civile regionale, al quartiere Cita di Marghera.
Si ritorna cioè alla regola praticata fino a dicembre. Da quel momento in poi, infatti, ogniqualvolta si segnalava un caso in una classe, tutta la classe stessa è stata costretta all’isolamento, a casa.
Una variante precauzionale, però, ci sarà: non appena verrà segnalato il caso, per tre giorni tutti gli alunni della classe dovranno comunque restare a casa. Entro le 72 ore saranno richiamati a scuola per fare il tampone rapido; a risultato negativo per tutti si riprenderà scuola in presenza, appunto, e al decimo giorno si farà un nuovo tampone a tutti, per confermare che non c’è infezione.
In Veneto, poi, ci si avvia ad un’ulteriore novità: l’introduzione delle “scuole sentinelle”. Saranno una quindicina, solo superiori, ben distribuite nella regione. In queste scuole verrà fatto il tampone, una volta alla settimana, ad una sezione, per tutte le sue classi, dalla prima alla quinta. Sarà un modo per conoscere – spiega Francesca Russo, responsabile del dipartimento regionale per la prevenzione – e per monitorare come e dove si forma una infezione o un eventuale focolaio.
Agli studenti di terza media di una scuola per provincia, infine, verrà proposto di fare l’autosomministrazione del test per il Covid-19. Ogni 15 giorni – chiarisce Francesca Russo – con la presenza di un operatore sanitario che spiegherà cosa fare, i ragazzi useranno il tampone fai-da-te, quello che non si deve introdurre in profondità nelle fosse nasali. «Sarà un modo per fare monitoraggio e per responsabilizzare gli studenti e gli insegnanti».