L’anno scorso, ogni cento positivi al Covid, circa sette finivano in ospedale. Quest’anno, nell’Ulss 3, ogni cento persone infettate solo 1,3 hanno bisogno di cure ospedaliere.
È uno dei dati rilevanti, che dicono come la malattia e la sua gestione siano cambiate. Lo sottolinea il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, facendo il punto sulla situazione della pandemia nel territorio veneziano: «È un dato straordinario, in deciso miglioramento, che si deve a due fattori: da un lato e in modo particolare alle vaccinazioni; d’altro canto, probabilmente, alla variante Omicron, che produce effetti meno gravi».
Così, sia pure a fronte di numeri altissimi e mai visti di persone che sono state raggiunte dal Coronavirus – attualmente sono 25mila i positivi nell’Ulss 3, su 600mila persone che abitano nel territorio – c’è un numero basso di malati gravi.
I positivi asintomatici sono oggi il 59% dei positivi, mentre il 39,9% ha sintomi lievi.
Si conferma anche che la pressione attuale sugli ospedali dell’Ulss 3 si deve in larga parte a persone non vaccinate: il 75% di chi è in rianimazione con Covid non ha fatto alcuna iniezione; la percentuale è invece del 52% per i ricoverati in area non critica.
Ma, fra i ricoverati vaccinati, parecchi sono quelli che finiscono in ospedale soprattutto a causa di altre patologie compresenti e pregresse, sulle quali il Coronavirus si sovrappone, aggravando il quadro. «Per questo dico – rileva Contato – che almeno una cinquantina di degenti sono “covid per caso”. E, se non ci fossero i non vaccinati, le persone costrette al ricovero ospedaliero sarebbero pochissime».
Appunto: quella percentuale attuale dell’1,3% si ridurrebbe a 0,5% (dato che i tre quinti dei ricoveri si devono a no vax). Equivarrebbe ad aver ridotto del 93% anziché dell’82%, rispetto ad un anno fa, l’impatto dell’infezione sui malati gravi. (G.M.)