Progettare i prossimi dieci anni, mitigando le disuguaglianze, puntare ad una ecologia integrale, che metta al centro la persona.
Si sono trovati d’accordo i due protagonisti del dialogo promosso dalla Fondazione Marcianum e dal suo presidente, Roberto Crosta, che mercoledì 24, su Zoom, ha promosso un confronto fra il presidente di Ipsos, Nando Pagnoncelli, e il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia.
«Questa, al termine dell’emergenza Coronavirus – afferma Pagnoncelli – può essere un’occasione straordinaria per ripensare il nostro Paese. L’importante è tenere ben presente tre cose. La prima è il tema dei tempi. Troppo spesso la politica ha inseguito l’opinione pubblica, mirando al presente e rinunciando a progettare il domani per ragioni di consenso immediato. Si è poi visto, però, come il consenso evapori velocemente».
L’obiettivo saggio, perciò, è quello di pensare al medio e lungo periodo, a ciò che può scegliere l’attuale generazione che ha facoltà di decidere perché ne possa godere la successiva. Secono punto: per Pagnoncelli, è centrale la questione del metodo: «Bisogna recuperare un metodo concertativo. Si tratta non solo di ascoltare ma di decidere insieme, in cerca di un compromesso alto. L’attuale non sia una gara di tiro alla fune, ma la ricerca costante di un interesse generale e comune».
Infine, terzo punto, le priorità: «Mi pare che sia prioritario il tema della riduzione delle disuguaglianze. La crisi economica post-Covid è molto selettiva e ritroviamo la consueta divaricazione fra i garantiti rispetto ai non garantiti».
Per evitare un autunno drammatico dal punto di vista sociale ed economico, ma soprattutto per costruire un futuro di benessere condiviso, il Patriarca sottolinea la centralità del principio di sussidiarietà: «La pandemia ha fatto sì che ci siamo riscoperti fragili, questa è la verità perenne dell’uomo. Ci siamo riscoperti uomini che devono abituarsi a vivere convivendo: la persona è identità in relazione. Dobbiamo cercare di recuperare la visione in cui la fragilità dell’uomo, se condivisa, diventa opportunità sociale e qualità della vita individuale e sociale».
Giorgio Malavasi