«Se un centro commerciale diventa un luogo dove passare la domenica, diventa un luogo dove passare del tempo e spendere. E allora dobbiamo chiederci se tante tendenze dei nostri adolescenti, per esempio il rapporto con il denaro, non nascano da messaggi sbagliati che vengono dati in modo molto soffice da soggetti che pensano di sostituirsi alla famiglia o alle realtà dell’amicizia gratuita».
Il Patriarca amplia la riflessione sulle aperture domenicali di negozi e supermercati e sottolinea un messaggio di fondo: è un errore pensare ad un’economia che pervade tutto, che opera 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno. La spazio per il gratuito, per gli affetti e le relazioni non commerciali va salvaguardato. O ci rimettono tutti.
«Una società – afferma mons. Moraglia – che immagina di essere pervasiva in tutte le sue manifestazioni, anche quella economica, è una società che sta sbagliando».
La ragione è chiara: «Noi abbiamo dei valori fondamentali, che sono le relazioni costitutive della persona. Perciò dobbiamo ricuperare degli spazi di privacy. Spazi che nascono da una società che comprende che l’economia è utile se ha un fine che va oltre se stessa. Sennò arricchisce alcuni – sempre gli stessi – e impoverisce sempre di più chi ha poco. E non solo li impoverisce nelle risorse economiche, che è già una cosa grave, ma li impoverisce umanamente».
Questo vale,in particolare, per i giovani, che hanno meno difese e punti di riferimento culturali. Ma vale, in generale, per tutti gli strati sociali e, in primis, per quel patrimonio che è la famiglia: «Il rischio – prosegue mons. Moraglia – è di non avere più lo spazio dive vivere la sponsalità, la paternità e la maternità. Così che, a un certo punto, ci si accorge che i ragazzi non ci appartengono più. E questo perché, in nome di una certa idea di sviluppo economico, la nostra società non è stata capace di salvaguardare i tempi e gli spazi della famiglia, che non possono però essere delegati ad altri».