«La libertà di spostarsi, la libertà di scambi, la sicurezza per le persone e le cose, nel rispetto della legalità e dell’accoglienza, non sono semplici “slogan” ma la sfida reale che insieme dobbiamo vincere sconfiggendo ogni tipo di paura. La libera circolazione, nello spirito di Schengen, ha dato concretezza e visibilità a una comunità di Stati che vuole essere percepita come tale».
Lo ha detto sabato 17 mattina il Patriarca, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’ampliamento dell’aeroporto Marco Polo di Tessera.
«Il Terminal Passeggeri di un’aerostazione – ha continuato mons. Moraglia – è il “biglietto da visita” di una città; dal punto di vista “funzionale” ed “estetico”, costituisce il primo impatto col territorio cittadino e metropolitano, offrendo al viaggiatore la prima impressione di cui manterrà viva la memoria. Chi transita per i grandi scali continentali e intercontinentali rimane favorevolmente impressionato da come il nostro aeroporto riesca a comunicare, al meglio, l’immagine della città più bella del mondo».
L’immagina va però correlata ai contenuti. Anche in un aeroporto la forma non è separata dalla funzione. E, nell’ambito delle funzioni, una precondizione è la sicurezza per i viaggiatori e gli operatori dello scalo.
Una sicurezza, ha sottolineato il Patriarca, che dipende tanto dalla struttura quanto dalla competenza e dall’umanità di chi vi opera: «Per questo vogliamo ribadire il nostro grazie a quanti, a vario titolo, vigilano su questi e altri luoghi “sensibili”- prefetto, magistrati, forze di polizia -; per noi veneziani, è ancora vivo il ricordo della nostra concittadina, la carissima Valeria Solesin, come pure il recente scampato pericolo che ha coinvolto la zona di Rialto. In tal modo, l’auspicio per una piena libertà di movimento e un cordiale incontro si unisce a quello di una reale sicurezza; così, insieme all’efficienza e all’estetica, sale la domanda di sicurezza percepita oggi come essenziale al nostro vivere quotidiano».