«È impossibile pensare a Giovanni Paolo II sotto la sua dimensione pubblica senza incontrare la figura di Navarro Valls. Il Papa apprezzava la sua intelligenza e, penso, il suo consiglio. Non era uno “strumento” intelligente, era un collaboratore preziosissimo che trovava sempre le formule giuste».
Padre Federico Lombardi, gesuita e giornalista della Compagnia di Gesù, nel 2006 fu il successore come responsabile della sala stampa Vaticana di Joaquin Navarro Valls, numerario dell’Opus Dei, giornalista e medico psichiatra, voce di Karol Wojtyla per oltre 20 anni, dal 1984 al 2006, scomparso a 80 anni mercoledì 5 luglio.
«Per il passaggio di consegne – racconta padre Lombardi – ci incontrammo più volte. Mi diede dei consigli e mi spiegò come funzionava la sala stampa. Fu lui a rinnovarla completamente e io in dieci anni non l’ho ritoccata, andava benissimo così».
«Valls era un grande professionista – continua il gesuita – con una notevole capacità di cogliere l’essenza dell’evento, della notizia e di comunicarla. Era esemplare come la dava ai giornalisti, aiutava i colleghi ad essere più efficaci. Parlava molte lingue, in ogni situazione era a suo agio, sempre preparato. Era un uomo di grande cordialità e simpatia, una persona distinta, con la quale si stava volentieri, affabile, gentile».
Navarro Valls non era solo la voce dei Giovanni Paolo II; era il suo alter ego, l’altra metà della mela, lo spin doctor, l’eco internazionale, lo strumento perfetto per far arrivare l’incredibile nuovo modo di comunicare la Parola al mondo intero. «Avevano un rapporto molto intenso – racconta padre Lombardi -. Navarro insistette molto per potersi relazionare personalmente con il Santo Padre. Solo con un legame diretto poteva essere l’interprete del suo pensiero di intenzione e di linea. Si presentava autorevolmente come voce del Papa al di là degli apparati».
Marta Randon