La situazione agricola nel Veneto orientale sta diventando insostenibile, sostiene Coldiretti: «Centinaia di ettari coltivati a grano nella località di Marango di Caorle sono stati spazzati via, strappati e mangiati da stormi di oche», denuncia l’associazione degli agricoltori. «Questo fenomeno, già preoccupante in passato, sta raggiungendo livelli critici, con gravi conseguenze per gli agricoltori della zona».
Andrea Pegoraro, presidente di Coldiretti Portogruaro, esprime la sua preoccupazione: «Di anno in anno vediamo aumentare a dismisura le popolazioni di oche selvatiche sui campi coltivati, creando danni gravissimi che purtroppo nessuno risarcisce. Le assicurazioni non coprono i danni, in quanto i terreni si trovano in aree protette, lasciando gli agricoltori in una situazione di totale abbandono. Infatti quando il passaggio delle oche avviene in un momento di umidità e pioggia, quando i germogli sono più facilmente estraibili alla radice».
La condizione è ulteriormente aggravata dalla crescente invasione di caprioli che, insieme alle oche, danneggiano le coltivazioni. Questi animali, una volta migratori, sembrano ora aver trovato nel nostro territorio un habitat stabile, agendo indisturbati e senza timore della presenza umana.«In passato, le oche migravano dal Nord Europa verso le nostre coste in determinati periodi dell’anno, ma ora si sono stabilizzate, provocando danni ripetuti e insostenibili», continua Pegoraro.
L’impatto economico di questa situazione è pesante per gli agricoltori locali, che si trovano a dover affrontare perdite significative senza alcun supporto. «Non possiamo più tollerare questa situazione. È necessario un intervento urgente da parte delle istituzioni per trovare soluzioni che possano garantire la salvaguardia delle coltivazioni e del lavoro dei nostri agricoltori», afferma Tiziana Favaretto presidente di Coldiretti Venezia.