Nel 2024 le nuove cause di nullità matrimoniale introdotte dal Tribunale Ecclesiastico del Triveneto sono state 133: erano state 181 nel 2023. È uno dei dati resi noti dal vicario giudiziale del Tert, mons. Tiziano Vanzetto in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario al Centro pastorale di Zelarino card. Urbani avvenuta lunedì scorso, alla presenza del Patriarca Francesco Moraglia, che ha presieduto l’Eucaristia.
Le nuove cause nel 2024 sono state 133 (181 nel 2023); 350 erano quelle già pendenti: ne sono state concluse 144. Rimangono ora pendenti 339 procedimenti.
Nel 2024 le cause terminate con sentenza di nullità sono state il 92,3%. Vuol dire che una causa di nullità ha normalmente ottime probabilità di successo. Un dato che lascia intravedere la possibilità di incrementare il ricorso al c.d. processo breve (quattro nel 2024, tutti conclusi con sentenza affermativa): «Questo è vero se il processo viene preparato bene da chi se ne prende cura sulla base di prove già abbastanza evidenti».
Tra i capi di nullità esaminati nel 2024, quelli in assoluto più frequenti riguardano l’incapacità al consenso matrimoniale, per grave difetto di giudizio o per incapacità di assumere le obbligazioni essenziali: rispettivamente 150 e 127 sui 348 capi complessivamente dedotti. Un dato percentualmente in costante aumento negli ultimi anni: «La realtà cambia in modo veloce. Molte coppie si sposano dopo anni di convivenza e hanno figli. È un problema di accompagnamento al matrimonio. Nell’esortazione apostolica Amoris Laetitia è prevista una sorta di “elastico catecumenato”, abbastanza lungo. Se pensiamo che un corso di preparazione al matrimonio dura mediamente 7-8 incontri, quando non un solo fine settimana… è difficile per un operatore pastorale conoscere bene la coppia, capire cosa sta vivendo, perché chiede di sposarsi. Se mancano evidenze di incapacità, il sacerdote non può opporsi al matrimonio. C’è una fragilità culturale generale. Le giovani coppie sono in se stesse fragili, perché vivono un cambiamento; e spesso la convivenza illude che le cose andranno bene».
Manca poi un aggancio alla vita della comunità ecclesiale… «A volte è così. Oggi esistono proposte di supporto, come gruppi famiglie, le équipes Notre-Dame… A Camposampiero, per esempio, i frati del Santo organizzano corsi di preparazione al matrimonio che durano due anni, incontrando le coppie una volta al mese: diluiti nel tempo, i contenuti comunicati prendono corpo meglio nella vita concreta».
Mons. Vanzetto nella relazione mette in evidenza altri due dati. Il gratuito patrocinio è stato richiesto da 74 attori in 144 cause terminate (126 in 293 cause nel 2023): «Per concederlo non guardiamo solo al reddito dell’anno precedente, ma alla condizione economica complessiva, che tiene conto di quanto le persone devono spendere, se hanno mutui accesi, quanti figli, ecc… Ai parroci chiediamo, in via riservata, queste informazioni».
Infine, su 144 convenuti, 34 non si sono presentati. Quanto conta la difficoltà emotiva? «Spesso c’è la rabbia: la persona si sente trattata ingiustamente o anche, non essendo credente, non le interessano le implicazioni ecclesiali… Desideriamo favorire il più possibile la partecipazione del convenuto».
Giovanni Carnio