Il problema della deregulation selvaggia con le aperture domenicali e festive nel commercio si trascina dal 2011 quando è stato introdotto il Decreto Salva Italia da Monti. E subito dopo è iniziata la lotta della Fisascat-Cisl per riportare un po’ di ordine.
In tale contesto si inquadra la tavola rotonda organizzata dalla Fisascat venerdì 19 ottobre al Centro pastorale “Cardinale Urbani” di Zelarino dal titolo “Valori, socialità, sviluppo nella programmazione delle aperture domenicali” con molti relatori di peso.
A fare gli onori di casa ci ha pensato Maurizia Rizzo, segretario generale Fisascat Cisl Veneto: «Abbiamo organizzato un convegno per far sedere attorno a un tavolo sul tema. L’annuncio dell’attuale governo di voler ridurre le aperture nelle giornate di domenica e festivi, ci ha messo nelle condizioni di fare delle riflessioni. La nostra proposta prevede che la materia ritorni alla Regione la quale, con Comuni e parti sociali, stabilisca le aperture con un calendario da concertare nel territorio in base a una rotazione di modo che ci siano aperture domenicali ma che non siano aperti tutti. E’ importante recuperare la socialità nei centri urbani cancellata dagli effetti del Decreto Monti. E poi al giorno d’oggi, ma anche in ottica futura con la popolazione sempre più anziana, serve un commercio di prossimità sostenibile e responsabile».
L’assessore regionale allo sviluppo economico Marcato ha ricordato come 1il Nord-Est pullula di artigiani che soffrono particolarmente la concorrenza della grande distribuzione organizzata, la quale non può far sparire i negozi dai centri città per esistere da sola».
La presidente regionale Anci Veneto Maria Rosa Pavanello ha puntato il dito contro lo svuotamento decisionale degli enti locali nel settore del commercio avvenuto col Decreto Monti.
Più cauto invece il presidente di Confcommercio di Treviso Renato Salvadori, che teme la nascita di una situazione in cui «tramite le deroghe per le aree turistiche (sempre più ampie nel Paese) e un’autonomia parcellizzata tra sindaci e Regioni, vi sia disparità ove c’è chi è favorito solo perché si trova in una zona e non in un’altra».
Per Maurizio Franceschi, direttore regionale di Confesercenti del Veneto, «col Decreto Salva Italia di Monti tra 2008 e 2011 c’è stato un crollo nei consumi e 2011 e 2017 c’è stato un importante spostamento di quote di mercato dal piccolo commercio alla grande distribuzione. Il libero mercato va regolamentato, altrimenti i grandi schiacciano i piccoli».
Diversa l’opinione di Luigi Albanese, responsabile Federdistribuzione, contrario a una modifica della situazione attuale in quanto la domenica rappresenta il secondo giorno della settimana per fatturato e le chiusure domenicali porterebbero a 32 mila esuberi e a un calo del giro d’affari del 4,6% pari a 6 miliardi di euro.
Per il segretario generale Usr Cisl Veneto Gianfranco Refosco non tutto dev’essere regolato dalle leggi perché «siamo già il Paese con più norme al mondo. Che spesso causano problemi, che non erano stati previsti. Meglio puntare alla contrattazione tra le varie parti».
In chiusura Davide Guarini, segretario generale nazionale Fisascat Cisl, ha fatto presente che serve la concertazione e che «non si può guardare solo al profitto. Servono regole per permettere ai lavoratori di godere anche di socialità, famiglia e riposo».
Marco Monaco