Non c’è da sorprendersi che già nel mese di giugno, e in queste prime giornate di luglio, si senta parlare di incidenti in montagna più o meno gravi. Nelle situazioni più fortunate l’escursionista viene recuperato dal soccorso alpino riportando solo qualche lieve trauma, ma in quelli più drammatici càpita addirittura che si perda la vita, come nel caso delle due giovani morte assiderate sul Monte Rosa.
Attrezzatura specifica richiesta. Che l’affluenza si sia incrementata in anticipo rispetto alla norma – in montagna il clou delle presenze solitamente lo si registra in agosto – lo evidenzia Francesco Abbruscato, della sezione di Mestre del Cai, giustificando la questione così: si ha bisogno di occasioni di evasione, di ritrovare un contatto con la natura stando all’aria aperta; cose di cui Covid-19 ci ha privati per un tempo prolungato. «Tanta gente è andata in montagna in giugno – commenta l’uomo – e nonostante la presenza di neve in quota. Il problema vero è che in molti tendono a partire per un’escursione impreparati. Persone che si muovono con zainetti minimali e una borraccia legata alla giacca, un po’ come fanno i runners. Ma non va bene: la montagna richiede un’attrezzatura specifica, come un cambio di vestiario in più». Nell’arco della giornata – riflette infatti Gillian Price, consigliera della sezione di Venezia, con un migliaio di iscritti – le condizioni meteo potrebbero cambiare all’improvviso, sorprendendoci con fenomeni anche particolarmente intensi. Importante poi è conoscere il percorso da affrontare. Documentarsi prima, dunque, in modo da non incappare in spiacevoli inconvenienti prima di arrivare alla meta.
Saper rinunciare. «Quasi tutti i rifugi delle Dolomiti sono al momento aperti. In caso di dubbi, anche semplicemente in merito al sentiero da percorrere, è importante rivolgersi sempre al gestore della struttura», continua Abbruscato, fornendo alcuni pratici consigli. Fra questi, prendere visione dei bollettini meteo anche la mattina stessa, poco prima di partire; osservare il movimento delle nuvole, controllare sempre l’orologio e rimanere riparati in rifugio se il tempo dovesse peggiorare. «Bisogna anche imparare a saper rinunciare», marca il consigliere della realtà mestrina che ora conta circa 1400 soci, numeri ritornati in linea (o quasi) con quelli pre pandemici. «Se le cose non vanno per il verso giusto, è bene tornare indietro. La montagna infatti non è qualcosa di “addomesticabile”». Può sorprendere quando meno ce l’aspettiamo, mettendoci in difficoltà. Rinunciare al punto d’arrivo prefissato non dev’essere visto come una sconfitta, ma come segno di una buona dose di responsabilità. Insomma, intestardirci non porta a nulla, se non ad aumentare il rischio di problemi lungo il percorso: interpretare (e rispettare) i segnali che mente e corpo ci lanciano è fondamentale. Dice la sua anche Price: se da un lato i meno allenati e pratici di passeggiate in montagna dovrebbero affidarsi ad un accompagnatore professionista, dall’altro un buon allenamento – magari in pianura – dovrebbe essere alla base di qualsiasi escursione che si rispetti. Senza dimenticare l’importanza di garantire al nostro organismo il giusto apporto sia energetico che di liquidi. «Per quando riguarda le gite in famiglia, con bambini piccoli, sarebbe bene scegliere itinerari più pianeggianti e calcolare un tempo di percorrenza maggiore rispetto a quello indicato. Inoltre, se si va via in gruppo l’andatura di chi sta davanti dovrà necessariamente adeguarsi a quella del più lento della comitiva».
Attenzione al sentiero. Non manca una raccomandazione anche relativamente alla segnaletica, per scongiurare il rischio di finire fuori sentiero: «È bene avere sempre con sé una carta e seguire con attenzione il numero del percorso di riferimento». Buttando anche un occhio ai classici segni colorati di bianco e rosso che si notano qua e là, tra i sentieri. «Il Cai s’impegna a promuovere un’attività responsabile e rispettosa, nei confronti dell’ambiente e di chi percorrerà le nostre stesse vie dopo di noi. Oggi la gente tende a raccogliere meno fiori rispetto ad una volta, ma purtroppo ha il brutto vizio di abbandonare più immondizia». «In questo periodo – conclude Abbruscato – stiamo organizzando un corso di escursionismo dedicato ai principianti». (contatti: segreteria@caivenezia.it o segreteria@caimestre.it)
Marta Gasparon