“E non dimenticarti il pollice!”: i bambini oggi all’Ospedale dell’Angelo hanno insegnato ai “grandi” come ci si lava le mani, se davvero si vuole avere un corretto livello di igiene. E tra i tanti suggerimenti, tornava spesso quello di non trascurare il dito “esterno” della mano, che spesso ci si dimentica, e di dedicare almeno un minuto alla “frizione” della pelle delle mani, sia che ci si lavi con acqua e sapone, sia che si usi un gel disinfettante.
E’ stata celebrata così, all’Ospedale di Mestre, la Giornata Mondiale dell’Igiene delle Mani”, che cade ogni anno il 5 maggio. Ad ogni adulto istruito nel lavaggio delle mani, i bambini – alunni della Scuola Vecellio – hanno donato un gel apposito e un libricino sull’argomento realizzato dalla Scuola in Ospedale. Assieme ai bambini, erano in campo i loro insegnanti e Maria Pia Vivolo, maestra della Scuola in Ospedale, con la Direzione dell’Angelo e medici e operatori sanitari, che hanno ribadito le buone norme.
Chiudere il rubinetto con un gomito, dopo essersi lavati le mani – hanno spiegato – non è un eccesso. E’ bene farlo così, o usando una salvietta, e comunque evitando di toccare il rubinetto con le mani appena lavate, specie se ci si trova in un bagno “altrui”.
E’ importante poi lavarsi frequentemente le mani, soprattutto quando si trascorre molto tempo fuori casa. E’ buona regola farlo prima di mangiare, prima di toccare una ferita, prima di applicare o rimuovere le lenti a contatto; e dopo aver tossito, starnutito o soffiato il naso, essere stati a contatto con malati o con animali, aver usato il bagno, aver toccato cibo crudo o spazzatura o denaro, aver usato un mezzo di trasporto, aver soggiornato in luoghi affollati.
Meglio usare il sapone liquido, perché non è esposto all’aria e ai germi, che possono invece proliferare sulla saponetta; il sapone va applicato su entrambi i palmi delle mani e va strofinato sul dorso, tra le dita e nello spazio al di sotto delle unghie, per almeno 40-60 secondi. In assenza di acqua, si può ricorrere agli igienizzanti per le mani, a base alcolica, efficaci se usati sulle mani asciutte.
“I medici devono essere i primi – sottolinea il Direttore Generale Giuseppe Dal Ben – a dare l’esempio, anche nelle strutture dell’Ulss 3 Serenissima. In ambiente sanitario, infatti, lavarsi le mani è un atto doveroso, utile per prevenire le infezioni. Gli operatori lo fanno all’inizio e alla fine di ogni turno di lavoro, prima di distribuire gli alimenti, prima e dopo aver toccato un paziente, prima e dopo aver indossato i guanti sterili, prima di assistere dei pazienti immunocompromessi. Quanto alle buone regole nell’ambiente domestico, per le persone comuni, oggi i bambini all’Angelo sono stati ottimi maestri”.