«Dobbiamo avere fiducia e speranza, non dimenticando il valore del lavoro e, quindi, dell’opera che ognuno compie con onestà e professionalità.
Svolgere il proprio lavoro con onestà e professionalità qualsiasi mansione – fosse anche la meno appariscente o la meno considerata dagli altri – vuol dire sempre lavorare per se stessi, per la propria famiglia e il proprio Paese»: si esprime così il Patriarca Francesco Moraglia nel messaggio inviato e letto questa mattina ai lavoratori del Petrolchimico di Porto Marghera riuniti per la celebrazione della messa prenatalizia presieduta nell’occasione dal direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro don Marco De Rossi (il Patriarca, infatti, era contestualmente impegnato nel carcere maschile veneziano di S. Maria Maggiore per la tradizionale visita natalizia a detenuti, operatori e volontari della struttura).
Nel suo scritto – idealmente offerto anche a tutto il mondo del lavoro in occasione del Natale (il testo integrale è riportato in allegato) – il Patriarca ricorda, tra l’altro, il triste e recente primato del Veneto nell’incremento delle morti sul lavoro ed anche l’ultimo rapporto Censis che parla di «un Paese in gran parte diviso, smarrito, disilluso o, addirittura “rancoroso” e “cattivo”».
«È essenziale – prosegue monsignor Moraglia – che quanti hanno responsabilità nella vita economica, sociale e politica di un territorio sappiano compiere scelte sagge e ragionate, capaci di offrire prospettive di lavoro, di sviluppo e di benessere integrale a beneficio delle persone e delle famiglie, anche nelle situazioni più complesse e travagliate. Sento l’esigenza di sottolineare quella responsabilità “sociale” più ampia che ogni organizzazione ed impresa economica (industriale, commerciale, del campo dei servizi o del turismo ecc.) deve avere nei confronti del territorio dove è impiantata e che qui attraversa le variegate realtà di Porto Marghera, della terraferma mestrina e della Riviera del Brenta, del centro storico di Venezia e del Litorale. Ogni azienda, insomma, non è mai un’“isola” ma è continuamente chiamata a rapportarsi in modo virtuoso con il territorio circostante a cui offre molto in termini di risorse e potenzialità ma da cui anche riceve molto».
Il Patriarca conclude, infine, il suo messaggio con «l’augurio che, con le prossime feste del Natale, si accenda una luce di speranza e fioriscano – anche nei luoghi di lavoro – relazioni più calde, solidali e fraterne».