Solo il 5% dell’area inquinata dalle lavorazioni dell’area industriale di Venezia è stato bonificato. E l’area urbana di Marghera resta quella dove le conseguenze dell’inquinamento sono più forti e persistenti, con ricadute gravi sulla salute della popolazione.
È perciò che nasce l’iniziativa “Ecogiustizia subito – in nome del popolo inquinato”, presa a livello nazionale da sei associazioni: Acli, Agesci, Arci, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera. Ora “Ecogiustizia subito” fa tappa a Venezia, mercoledì 22 gennaio, dopo aver già toccato Casale Monferrato (la città con il più grande stabilimento italiano di eternit e con 1200 casi di mesotelioma pleurico) e Taranto. Poi toccherà a Siracusa, Brescia e Napoli, dove la campagna si concluderà il 3 aprile.
Così a livello nazionale le sei associazioni hanno contattato le rispettive rappresentanze a livello diocesano o provinciale, che hanno aderito all’iniziativa. Perciò mercoledì 22, alle 11.30 di fronte al palazzo Grandi Stazioni della Regione Veneto, si terrà un flash mob: i partecipanti, arrivati in barca, metteranno in scena una sorta di processo, come giudici “in nome del popolo inquinato”. Interverrà anche l’assessore regionale alle Attività produttive, Roberto Marcato, che ha già manifestato condivisione e sostegno rispetto agli obiettivi di “Ecogiustizia subito”.
Nel pomeriggio, poi, alle 16.30 nella sede delle Acli veneziane in via Ulloa 3, una conferenza stampa preciserà le ragioni e gli scopi della campagna. Che, nel Veneziano, riguardano il Sin, Sito di Interesse Nazionale di Porto Marghera, istituito con una legge del 1998 e perimetrato con un decreto del 2000. Si tratta di 1618 ettari nel Comune di Venezia. E Marghera – sottolineano le sei associazioni – è l’area maggiormente interessata dalle emissioni delle attività industriali presenti nel sito: qui si registrano i tassi più alti di mortalità per numerose patologie associate all’inquinamento atmosferico e all’amianto.
Perciò la percentuale di bonifiche finora condotte a termine, che riguarda solo il 5% della superficie del Sin, è troppo modesta. Un’accelerazione è quindi urgente e la sollecitazione al Governo e alle istituzioni è un passaggio importante.