«Non ci sono nel nostro territorio zanzare del genere Anopheles in grado di trasmettere la malaria». Dopo il caso della bambina morta di malaria in circostanze ancora poco chiare, interviene il dottor Luigi Nicolardi, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss4 (Veneto Orientale), dal momento che la famiglia della bambina era stata in vacanza a Bibione. Finora i casi di malaria hanno sempre riguardato persone che avevano soggiornato all’estero e che non avevano adottato le misure di prevenzione:
«Non essendo a tutt’oggi disponibile un vaccino contro la malaria, le misure di prevenzione sono di tipo comportamentale e protettivo nei confronti della puntura della zanzara: utilizzo di insetto repellenti, uso di zanzariere, all’aperto e nelle ore serali vestire con abiti lunghi e preferibilmente di colore chiaro, assumere regolarmente il farmaco per la chemioprofilassi quando si viaggia in zone endemiche».
Le zanzare sono responsabili della trasmissione, oltre che della malaria, di varie malattie infettive come ad esempio la West Nile, quali sono gli interventi per contrastare la proliferazione di questi insetti? «La lotta alle zanzare – risponde il dotto Nicolardi – è caratterizzata da interventi rivolti all’ambiente per evitare che si creino condizioni favorevoli alla loro proliferazione, come nelle raccolte d’acqua stagnante dove la zanzara depone le uova; alle larve che originano la schiusa delle uova attraverso il trattamento con prodotti larvicidi; all’insetto adulto con interventi di tipo adulticida. La disinfestazione contro le zanzare è un compito dei comuni che lo svolgono attraverso ditte appaltatrici, per quanto riguarda le aree pubbliche; mentre è compito dei singoli cittadini trattare i luoghi di proprietà privata. All’azienda sanitaria spetta il compito di coordinamento e di controllo sull’efficacia dei trattamenti, inoltre di informazione alla popolazione».