«Questo virus adesso ci mostra essere meno cattivo. Si è trasformato? La sua carica infettante si è ridotta? È una possibilità, non ne abbiamo certezza. Alcuni ricercatori hanno visto che il Covid-19 non è più molto attivo nel modificare le cellule che infetta. Sicuramente qualcosa è cambiato: nei nostri reparti non abbiamo più casi importanti e impegnativi che vanno in rianimazione. Al momento vediamo solo forme influenzali o gastroenteriche».
A dare questa informazione piuttosto rassicurante è Anna Maria Cattelan, direttore dell’Unità operativa complessa Malattie Infettive e Tropicali dell’Azienda Ospedaliera di Padova.
Intervenuta oggi al quotidiano briefing sull’emergenza Coronavirus nella sede della Protezione civile regionale, la dottoressa Cattelan esplicita le novità positive che osserva scientificamente: «Da quasi un mese non vediamo più Covid “veri”, ci sono “solo” positività. E i virus, se messi in coltura, non crescono».
Tutto risolto? Assolutamente no. Ma rispetto a febbraio, quando tutti gli specialisti erano impreparati e sorpresi dall’arrivo di questo virus, la situazione è notevolmente cambiata: non solo nel virus stesso, ma soprattutto nella capacità ed efficacia delle misure che si prendono.
E per il futuro? La temibile recrudescenza dell’epidemia ci sarà davvero, nel prossimo autunno? «Un’epidemia drammatica come quella che abbiamo visto penso e auspico che non l’avremo, ma piccoli focolai dobbiamo abituarci ad averli e a conviverci».
Soprattutto si assisterà a una cosa, sottolinea il primario: «In autunno ci saranno tanti altri virus respiratori che inizieranno a circolare, per cui avremo un impatto forte sul sistema sanitario, con pazienti che, al minimo segno di tosse e febbre, si rivolgeranno al medico o al pronto soccorso temendo di essere Covid positivi. Bisognerà organizzarsi per non intasare le strutture. Ma adesso il virus lo conosciamo meglio e sappiamo difenderci: se usiamo mascherine e distanziamento, senza che questo diventi un’ossessione, avremo fatto ciò che ci aiuta di più. Ognuno di noi sa già oggi – conclude Anna Maria Cattelan – quello che deve fare: questa è la chiave di volta per contenere l’infezione anche in autunno». (G.M.)