“La famiglia va raccontata dalle famiglie stesse: chi potrebbe essere testimone migliore di coloro che sperimentano quotidianamente questa grande bellezza?”. Non ha dubbi in proposito il card. Kevin Farrell, prefetto del Dicastero vaticano per i laici, la famiglia e la vita, pregustando l’ormai imminente IX Incontro mondiale delle famiglie (www.worldmeeting.ie) sul tema “Il Vangelo della famiglia: gioia per il mondo”, in scena dal 21 al 26 agosto a Dublino.
Il countdown è terminato, tutto è pronto e le cifre abbozzate sono sempre più precise: famiglie provenienti da 116 Paesi del mondo, 6mila ragazzi under 18 (il numero più alto nella storia degli Incontri mondiali delle famiglie finora) e 7mila volontari.
Ancora, 85mila biglietti prenotati per il Festival con Papa Francesco al Croke Park Stadium: 500mila le prenotazioni per la messa finale al Phoenix Park celebrata da lui.
E non finisce qui. 37mila iscrizioni ai tre giorni di congresso (22, 23 e 24 agosto) per un totale di 65 workshops, dove parleranno 200 relatori, di cui la maggior parte donne laiche, ma anche tante coppie. Al congresso parteciperanno inoltre 100 delegazioni, di cui una cinquantina provenienti dalle periferie del mondo, grazie al sostegno del Dicastero in collaborazione con l’arcidiocesi di Dublino e le altre diocesi irlandesi.
Quali attese per l’Incontro?
Le attese sono tante, ma l’obiettivo di fondo è principalmente lo sviluppo della pastorale famigliare ampiamente disegnata dall’esortazione apostolica Amoris Laetitia. Viviamo in un contesto di individualismo esasperato, che rischia di offuscare la bellezza del matrimonio e la famiglia; gli schemi e i metodi pastorali del passato sembrano non essere più funzionali dinanzi ai profondi mutamenti sociali; in questa situazione radicalmente nuova e spesso destabilizzante sentiamo però il dovere di preparare e accompagnare le coppie al matrimonio in modo più impegnativo e costante, come un vero e proprio “catecumenato”, secondo la felice espressione di Papa Francesco. Non si tratta semplicemente di organizzare corsi prematrimoniali: la questione è ben più profonda e riguarda l’accompagnamento, anche durante i primi anni di matrimonio, degli uomini e delle donne che decidono di fare parte del progetto di Dio. In passato a questo compito delicato e splendido si dedicavano le famiglie, i nuclei allargati che costituivano quella rete di sostegno oggi scomparsa a causa dello sfilacciamento delle relazioni o anche più semplicemente a causa delle difficoltà oggettive di affiancare, ad esempio, i figli che per esigenze di lavoro sono costretti a vivere lontano dal luogo di origine.
Il contesto irlandese è particolare, la storia ha lasciato in eredità al Paese parecchie cicatrici e il “clima” è a volte un po’ tempestoso, basti pensare al recente referendum sull’aborto. Quale valore assume l’Incontro in questo specifico scenario?
È sempre un momento particolarmente significativo per ricordare e rafforzare la vita e la missione della famiglia. Il clima davvero complesso che lei cita è innegabile, ma contiene in sé il germe della rinascita. È insita nella vita delle famiglie la forza per annunciare la gioia al mondo, sentirete spesso ripetere in questi giorni, e non ci stancheremo mai di annunciarlo, che la famiglia è sempre una risorsa, sostegno insostituibile – con il suo lessico speciale basato sulla grammatica dell’amore – per il bene comune e la vita della Chiesa. L’incontro di Dublino è il grande appuntamento delle famiglie cattoliche che si ritrovano a manifestare la propria fede e testimoniare al mondo – a tutte le famiglie e a tutte le persone di buona volontà – la gioia del vangelo vissuto, pur nella semplicità e limitatezza della propria condizione. L’Incontro mondiale delle famiglie non ha nessuna intenzione di modificare la dottrina cattolica sul matrimonio, anzi di mostrarne la fecondità e bellezza, soprattutto con il segno della gioia. È questo il senso del titolo: “Il Vangelo della famiglia: gioia per il mondo”.
Il Congresso è ricco e ben articolato, con esperti e testimonianze provenienti da tutto il mondo declinate in un ventaglio di temi che vanno dalla pastorale di Amoris Laetitia all’immigrazione, passando per la cura del creato: la famiglia è protagonista assoluta in ogni sua sfaccettatura. Facciamo una panoramica?
Attraverso un itinerario ragionato e consequenziale, il congresso tratta tutti e nove i capitoli di Amoris Laetitia, offrendo una panoramica dottrinale, pastorale ed esperienziale dell’intera esortazione. Fil rouge della tre giorni è la formazione al matrimonio (remota, prossima e seguente), importante non solo per prevenire conflitti e problematiche, ma anche perché la stessa vocazione al sacramento del matrimonio ha bisogno di essere preparata, accompagnata, seguita e curata nel tempo. Il Congresso e l’Incontro di Dublino, che avrà il suo apice con la presenza di Papa Francesco, in modo visibile e altamente rappresentativo di tutta la Chiesa cattolica vuole essere il frutto maturo dei due Sinodi sulla famiglia e del magistero pastorale del Papa offerto in Amoris laetitia e nei molti interventi successivi, come pure nell’opera di riforma della Curia che ha riguardato il nostro Dicastero competente tra l’altro proprio “per la cura pastorale dei giovani, della famiglia e della sua missione” (art 1 dello Statuto).
L’ultimo Pontefice a visitare l’Irlanda è stato, nel 1979, San Giovanni Paolo II. Quando Francesco ha annunciato la sua decisione di partecipare all’Incontro, i fedeli irlandesi hanno reagito con grande entusiasmo, tanto che i biglietti per la Messa e il Festival delle Famiglie sono andati sold out dopo pochissimo. Tra musica, testimonianze e momenti di autentica condivisione, sul palco le famiglie davvero incarneranno la “gioia per il mondo” di cui si parla nel tema scelto dal Papa per questo IX Incontro…
Il popolo irlandese affonda le sue radici nella fede cristiana con una profondità non comune. Il Paese ha risposto con grande generosità ed entusiasmo alla preparazione dell’evento e soprattutto alla notizia della visita del Papa. Auspichiamo che grazie all’Incontro le famiglie possano acquisire una consapevolezza più intensa della propria vocazione, ossia testimoniare la gioia per il mondo malgrado tutte le difficoltà di cui inevitabilmente è costellato il cammino. Siamo convinti che guardarsi allo specchio e condividere con altre famiglie questa vocazione alla gioia regalerà a tutti uno stile di vita più familiare, in linea con l’essenza più autentica del cristianesimo. (Sir)