Efficientamento energetico del patrimonio edilizio, sia pubblico che privato, per evitare le dispersioni di calore estive ed invernali. Un sistema dei trasporti che dovrà essere fortemente modificato con l’incentivazione del trasporto collettivo, l’utilizzo di veicoli a trazione elettrica, la riduzione del pendolarismo favorendo il lavoro da casa poiché l’esperienza del Covid-19 ha dimostrato che in molte situazioni ciò è possibile.
Sono alcune delle proposte che vengono dagli ingegneri dell’Ordine e Collegio Ingegneri di Venezia elencano nella “Carta di Venezia Climate Change”, presentata ieri, giovedì 23, alla Scuola Grande di San Rocco, con gli orientamenti e le azioni concrete sul tema del cambiamento climatico. Un lavoro multidisciplinare, senza precedenti, realizzato da una commissione di professionisti.
Gli ingegneri Mariano Carraro e Maurizio Pozzato, presidenti dell’Ordine e del Collegio, commentano con soddisfazione il lavoro poiché «i cambiamenti climatici sono alla base del fenomeno dell’incremento acque alte a Venezia, paradigma dei rischi che corrono tutte le aree costiere italiane e del pianeta, ma che a Venezia, per l’insieme dei suoi elevati valori ambientali, paesaggistici, culturali, storici, evocano il culmine del rischio di perdita di un patrimonio che appare a tutti come insostituibile».
Sul fronte degli effetti del cambiamento climatico, prosegue la Carta di Veenzia, vanno adottate le misure di adattamento. Si dovranno piantumare grandi quantitativi di alberi nelle città e in tutto il mondo allo scopo di assorbire in modo naturale la CO2 prodotta. La disponibilità di acqua sarà sempre più scarsa, specie in alcuni periodi dell’anno. La gestione delle acque andrà quindi ottimizzata. Il territorio andrà salvaguardato e difeso dai rischi di frane, smottamenti, allagamenti. Le aree costiere più a rischio di inondazione dovranno essere adeguatamente protette da dighe e altri sistemi di difesa passiva.
Le conseguenze più preoccupanti riguarderanno probabilmente l’innalzamento dei mari. L’area veneta potrebbe essere davvero colpita pesantemente. Con un aumento della temperatura di 3,2° entro la fine del secolo le previsioni stimano un innalzamento del mare fino a un metro. Ciò comporterebbe l’allagamento di vaste aree territoriali e perciò dovrebbero essere protette da adeguate arginature di contenimento.
In questo scenario preoccupante, nel condividere le indicazioni dell’ONU e dell’IPCC, gli ingegneri veneziani possono avere un ruolo attivo e propositivo. L’ingegneria, con le sue capacità multidisciplinari, lancia un appello a tutti i professionisti.
La “Carta di Venezia Climate Change” (per scaricarla: https://ordineingegnerivenezia.files.wordpress.com/2020/07/documento-carta-di-venezia-climate-change-web.pdf) invita tutti a mettere in atto alternative possibili per fornire le soluzioni tecnologiche più idonee ed efficaci ad affrontare il problema nel medio e lungo termine.