Quando va nelle scuole per parlare di disabilità – e ci arriva sulla sua carrozzina modello hoverboard – i ragazzi neanche badano a lui. Badano alla carrozzina. E neppure si accorgono che seduto su quel mezzo c’è un tetraplegico. Semmai dicono: «La voglio anch’io!».
È l’esperienza rivoluzionaria che fa Pietro Martire. Un’esperienza che dimostra come la tecnologia sia stata negli anni un fattore di grande aiuto per la disabilità. Per uscire dallo stereotipo, dagli sguardi compassionevoli e da quelli imbarazzati… Al punto che i ragazzini, quando vedono passare quel mezzo, esclamano: «Figo!».
Pietro Martire, 40 anni, è un ex calciatore: nell’aprile del 2004, quando militava nella Camponogarese, cade male durante un’azione di gioco. Lesione del midollo e la sua vita cambia radicalmente. Ma lui – sposato, residente a Dolo, operatore dei servizi informatici per la Regione Veneto – non si perde d’animo.
Scaccia la rassegnazione – o, peggio, la depressione – mostrando che ce la si può fare, anche se le gambe non funzionano più e il resto del corpo ha dei limiti.
Oggi è presidente dell’associazione “Oltre il Muro” e da un paio d’anni anche di quella Camponogarese in cui ha militato da attaccante. Il salto di qualità lo sperimenta però quando si imbatte nella carrozzina tecnologica, quella che funziona secondo il principio del mezzo volante di “Ritorno al futuro”.
«La prima volta che mi ci sono seduto e mi sono mosso – ricorda – mi è sembrato quasi di tornare a camminare. Dopo otto anni di carrozzina tradizionale, quando l’ho usata per prima volta, mi sono un po’ piegato in avanti e lei si è mossa, mi è sembrato di camminare come prima. Mi sono sognato tutta la notte quella carrozzina».
In effetti è un veicolo motorizzato autobilanciante, che mediante sensori giroscopici e un’opportuna elettronica, si mantiene in equilibrio orizzontale e risponde a semplici oscillazioni del busto andando avanti o indietro.
Da quando Pietro l’ha potuta acquistare (costa sui 16mila euro) e usare stabilmente, la sua autonomia è di molto aumentata: «Parto da casa e vado in centro a Dolo senza auto e senza l’aiuto di nessuno».
Ma, insieme, la carrozzina è diventata uno strumento per promuovere l’inclusione, per fare cultura in favore dei disabili. «Da questo mezzo esce un’idea forte», sottolinea Pietro Martire, che è fra gli organizzatori di “Corri con noi”, l’evento che si terrà sabato 31 agosto, alle ore 17.30, a San Pio X di Marghera. Quest’idea: «Che la tecnologia, nella disabilità, è un toccasana. Non solo per la vita, ma per la cultura pro disabili».
Giorgio Malavasi