Al 1° gennaio 2018 la popolazione residente in Italia era pari a 60 milioni 484mila persone, con un’età media è di 45,2 anni. In particolare solo il 13,4% della popolazione ha meno di 15 anni, il 64,1% tra i 15 e i 64 anni e il 22,6% ha 65 anni e più. Lo comunica oggi l’Istat diffondendo i dati della “Popolazione residente per stato civile”.
La popolazione di 80 anni e più raggiunge il 7%, quella di 100 anni e più supera le 15mila e 500 unità. Sono più di mille gli individui che hanno superato i 105 anni e 20 i supercentenari (110 anni e più).
Secondo i dati diffusi, nella classe di età 15-64 anni, coniugati e celibi quasi si equivalgono (rispettivamente 49% e 47,7% della popolazione totale). Tra le donne invece continuano a prevalere le coniugate (55%) sulle nubili (quasi il 39%).
“Il confronto tra i dati del Censimento della popolazione del 1991 e quelli riferiti al 2018 – spiega l’Istat – mostra i profondi cambiamenti avvenuti”. Tra gli individui di 15-64 anni, a fronte di un lieve calo della popolazione (-309mila), diminuiscono molto le persone coniugate (3 milioni e 843mila in meno) a vantaggio soprattutto di celibi e nubili (+3 milioni e 90mila) e, in misura molto più contenuta, dei divorziati (oltre 972mila in più).
Secondo l’Istituto nazionale di statistica, “la diminuzione e la posticipazione della nuzialità, in atto da oltre quaranta anni, in parte compensate dalla crescita delle libere unioni, ha portato tra il 1991 e il 2018 a un forte calo dei coniugati, soprattutto nella classe di età 25-34 anni (da 51,5% a 19,1% gli uomini, da 69,5% a 34,3% le donne)”. I celibi passano da 48,1% a 80,6% e le nubili da 29,2% a 64,9%. Nella classe di età 45-54 anni quasi un uomo su quattro non si è mai sposato mentre è nubile quasi il 18% delle donne. Aumentano in tutte le fasce d’età divorziati e divorziate, più che quadruplicati dal 1991 (da circa 376mila a oltre 1 milione e 672mila).
Con riferimento alla popolazione over 65, “si registrano gli effetti dell’aumento della sopravvivenza e il recupero dello svantaggio degli uomini”. Se nel 1991 era prevalente la quota di donne vedove rispetto alle coniugate (50,5% contro 37,4%), al 1° gennaio 2018 le coniugate superano le vedove (47,7% contro 41,9%). Anche per le donne è ora più frequente affrontare la fase anziana della vita in coppia.
Considerando sia le unioni civili costituite in Italia sia le trascrizioni di unioni costituite all’estero, al 1° gennaio 2018 le persone residenti unite civilmente sono circa 13,3mila (0,02% della popolazione), di sesso maschile nel 68,3% dei casi. (Sir)