Un vecchio capannone in area industriale a Marghera; oppure una concessionaria non più in uso; o anche un negozio che non sia incorporato in un condominio, tra Mestre e Marghera.
Sono le tre possibili nuove ubicazioni della sala di preghiera islamica che ha dovuto lasciare, per ordine del Comune di Venezia, la sede di via Fogazzaro utilizzata finora.
«Abbiamo chiesto di poter andare in una zona raggiungibile abbastanza facilmente, dove però non diamo fastidio agli abitanti», dice Mohammed Alì, presidente della comunità musulmana quasi del tutto originaria del Bangladesh che ha finora gravitato su via Fogazzaro.
Mohammed Alì parla in occasione dell’incontro avuto mercoledì 12 con il comandante della Polizia locale, Marco Agostini, delegato dal sindaco Brugnaro ad occuparsi di trovare una soluzione.
«L’incontro – commenta Agostini – è stato molto positivo. Tra le indicazioni che ci erano state prospettate dai rappresentanti della comunità islamica come strutture alternative alla sede di Via Fogazzaro a Mestre, sono emerse tre possibili soluzioni che rispondono pienamente ai parametri che avevamo indicato. Tutte, infatti, rispettano i requisiti urbanistici e risultano idonee sia perché sono in grado di garantire la partecipazione alla preghiera per i cittadini di religione islamica sia perché sono situate in zone non residenziali».
Nel colloquio è stato inoltre ribadito che tutte le spese legate alla struttura ritenuta più idonea saranno a carico della comunità islamica bangladese e, quindi, non è previsto alcun onere a carico dell’Amministrazione comunale. Da parte sua, l’Amministrazione si è resa disponibile a provvedere ad eventuali variazioni di destinazione d’uso, così come previsto dalle leggi regionali e nazionali in materia, nel caso in cui la soluzione scelta richieda questo passaggio.