Finora l’Isee è stato completamente gratuito perché era previsto che l’Inps rimborsasse ai singoli Caf le pratiche erogate. Dal 1° ottobre questo non è più valido per alcuni tipi di pratiche Isee: l’Inps non le rimborsa più e, contemporaneamente, i Caf sono autorizzati a chiedere un pagamento.
Ma di quali pratiche stiamo parlando? Sono le pratiche Isee successive alla prima, presentate nello stesso anno e per lo stesso nucleo famigliare. Per capirsi, se viene richiesto un Isee e l’Inps lo emette senza osservazioni, la pratica continuerà ad essere gratuita. Se invece la richiesta risulterà “difforme” (perché ad esempio in sede di richiesta non è stato dichiarato un reddito o perché mancano i dati di un conto corrente intestato ad un componente del nucleo famigliare), la nuova pratica per integrare la prima richiesta sarà a pagamento.
Considerando i dati degli ultimi anni, possiamo dire che in media il 90% degli Isee sono regolari al “primo colpo” e resteranno perciò gratuiti. Il problema si porrà per il residuo 10% di pratiche, da ripetersi dopo che l’Inps ha rilevato una qualche difformità. Sarà impegno dei Caf, in primis di Caf Acli, promuovere un’azione di sensibilizzazione in vista della campagna Isee 2024, affinché gli utenti abbiano il più chiaro possibile quali documenti occorre presentare: più precisi si sarà nella raccolta di tali documenti, meno si correrà il rischio di dover pagare per la ripetizione della pratica. La situazione è comunque ancora fluida: ad esempio, come Caf Acli abbiamo deciso di mantenere gratuiti tutti gli Isee fino a fine anno, in modo da sostenere i nostri utenti in questo momento di passaggio per certi versi epocale. Eventuali richieste di pagamento scatteranno quindi solo a partire da gennaio 2024.
a cura di Cristian Rosteghin, Caf Acli Venezia
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rubrica redazionale a cura delle Acli provinciali di Venezia