In Veneto si coltiva la variante Omicron per capire come reagisce ai vaccini e agli anticorpi. È iniziata una sperimentazione, all’Istituto zooprofilattico delle Venezia, che ha per obiettivo il capire come reagisce la nuova variante.
«Abbiamo ricevuto proprio stamattina – spiega Antonia Ricci, direttrice dell’Istituto – il tampone non inattivato del primo cittadino veneto che ha contratto il Covid secondo la variante sudafricana. Lo moltiplicheremo per metterlo poi a confronto con i sieri di persone vaccinate con due o tre dosi oppure guarite dopo aver contratto l’infezione. Vogliamo vedere qual è il calo di efficacia degli anticorpi. Si useranno cioè diverse diluizioni del siero, messo a contatto con il virus, per capire quale diluizione non è più efficace. Questo ci darà idea della quantità di anticorpi necessaria per neutralizzare il virus. Può essere, infatti, che per alcune varianti serva una quantità di anticorpi maggiore».
Intanto oggi il presidente del Veneto Zaia ha dato il via libera per la riapertura degli ospedali Covid. Il primo sarà probabilmente quello di Schiavonia, in cui parte dei servizi ordinari verranno ancora una volta riconvertiti così da poter curare solo pazienti Covid. «Non possiamo utilizzare per questo scopo – sottolinea Zaia – solo ospedali dismessi e recentemente riaperti, perché per questi ammalati c’è bisogno di cure intensive che solo ospedali ordinariamente funzionanti possono garantire».
Da ciò anche il rinnovo dell’invito a vaccinarsi: un messaggio che il Governatore rivolge in particolare alle 630mila persone che, in Veneto, ancora non hanno ricevuto neppure una dose di vaccino. Negli ultimi dieci giorni si sono registrate una media di 3mila prime dosi al giorno «e perciò speriamo di arrivare a fine anno diverse decine di migliaia di nuovi vaccinati che portino la copertura al 90% degli over 12 anni».
Intanto, secondo Zaia, resta probabile che il Veneto passerà in zona gialla da lunedì 27 dicembre, subito dopo Natale.