Nelle province di Venezia e Rovigo sono 38 i beni attualmente confiscati alle mafie e destinati al riutilizzo sociale (nella foto sopra la villa di Felice Maniero a Campolongo Maggiore), 8 sono i procedimenti penali in corso per la confisca e 13 le misure di prevenzione in atto (Fonte Open Re.G.i.o).
È la fotografia scattata dalla Camera di Commercio Delta Lagunare e da Libera, Associazioni Nomi e Numeri contro le Mafie, durante un seminario di formazione tenutosi martedì 6 giugno a Mestre dedicato al tema del riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, dove le due realtà hanno dato il via a un “Laboratorio Territoriale” per analizzare qualitativamente e quantitativamente lo stato dell’arte e definire delle linee guida e protocolli operativi sulla gestione dei beni.
“Il metodo di lavoro che ha dato via al Laboratorio, riflette l’impegno del sistema camerale a supporto dello sviluppo socio-economico del territorio Delta Lagunare e della cultura d’impresa – dichiara Roberto Crosta, segretario generale della CCIAA Delta Lagunare – Valorizza, inoltre, l’impegno dell’ente a tutela della legalità, attraverso i servizi di tutela della concorrenza e del mercato, la lotta alla corruzione, il contrasto all’usura e al racket e la trasparenza amministrativa. Solo con il lavoro di squadra è possibile dare una seconda vita ai beni confiscati, restituirli alla comunità e avviare nuove attività economiche sul territorio.”
“Il progetto sviluppato insieme alla Camera di Commercio si inserisce in un momento di forte attualità e di grande attenzione attorno al tema della legalità – ha sottolineato Davide Pati, responsabile del settore beni confiscati dell’associazione Libera – Il prossimo 13 giugno, infatti, il Parlamento dovrà esprimersi sul nuovo codice antimafia, fermo da oltre tre anni, che prevede un rafforzamento dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati e nuove risorse per gestire e valorizzare beni immobili e aziende confiscate. Ci auguriamo che progetti territoriali come quello avviato con la Camera di Commercio possano dare una spinta all’esito positivo della votazione, e che tutto venga approvato prima del termine della legislatura”.
Al seminario, oltre ad alcuni sindaci del territorio Delta Lagunare, ai rappresentanti del mondo economico e universitario e alle autorità giudiziarie, ha partecipato anche il Patriarca di Venezia, che ha commentato: “Legalità non è solo prevenire o garantire una certezza della pena: è anche compiere gesti importanti a livello sociale e far sì che quello che era stato tolto al bene comune, ai cittadini, agli onesti, venga pubblicamente restituito realizzando così un’inversione fondamentale, anche culturalmente importante. Per il cristiano, che deve essere sempre un buon cittadino, e per il Vangelo la carità non può mai prescindere dalla giustizia che è fatta anche di verità – continua Moraglia – Ecco perché, l’iniziativa formativa odierna e, più in generale, l’obiettivo del riutilizzo sociale dei beni rappresentano davvero un segnale importante nella concretezza, di ricucitura e riconciliazione”.
I beni attualmente confiscati alle mafie e destinati al riutilizzo sociale sono suddivisi per Comuni:
3 a Campagna Lupia, 12 a Campolongo Maggiore, 1 a Caorle, 2 a Jesolo, 9 a Salzano, 2 a San Michele al Tagliamento, 3 a Stra e 3 Venezia. In provincia di Rovigo sono 3 a Badia Polesine.