«La guerra è un’assurdità, è il disastro dell’umanità». Lo ha sottolineato con forza, stasera in piazza San Marco, il Patriarca Francesco.
In una piazza colma di gente, soprattutto di giovani, si è tenuta la manifestazione che ha raccolto centinaia di persone a protestare contro l’invasione dell’Ucraina.
Mons. Moraglia ha ricordato a tutti che va cambiato l’antico detto latino “se vuoi la pace prepara la guerra”: oggi bisogna dire e soprattutto credere che la pace va custodita e costruita con coraggio.
Questo l’intervento del Patriarca Francesco:
«“Camminare insieme”, oggi, in una città simbolo del dialogo e dell’incontro com’è Venezia è motivo di speranza. È il procedere in corteo da parte di donne, uomini, giovani e meno giovani, persone che vogliono pensare con la loro testa, portatori di storie e idealità differenti, ma unite dalla comune volontà di costruire il grande ponte della pace, sempre in costruzione, “camminando insieme”, “andando verso” l’unica meta.
Siamo qui in Piazza S. Marco che, oltre ad essere la piazza per eccellenza della città, è – come tutte le piazze di ogni città e oggi in modo particolare dell’Ucraina – simbolo dell’incontro, del dialogo, della libera convivenza umana, della libertà.
Un pensiero mi torna spesso alla mente in questi giorni: la guerra è la lezione che l’umanità non riesce mai ad apprendere abbastanza.
Dopo i due terribili conflitti mondiali del secolo scorso, nei decenni successivi, che abbiamo vissuto, non ci siamo mai fatti mancare (anche in Europa) le guerre, sia pure “regionali” e in zone specifiche, non però meno brutali e pagando il prezzo inaccettabile di tante, troppe, vite umane: dalla «guerra fredda» alla corsa agli euromissili, dal crollo del muro di Berlino e del socialismo reale alla transizione verso un nuovo ordine mondiale con la globalizzazione, dai conflitti in medio oriente, al terrorismo internazionale senza dimenticare il grido dei poveri del mondo per la giustizia e per le sorti future del creato, la casa comune.
Nel ricordare, con vergogna, questi tanti conflitti chiediamoci se le guerre abbiano mai risolto le situazioni problematiche preesistenti o piuttosto le abbiano anestetizzate o addirittura aggravate, decretando la vittoria del più forte, non della giustizia e preparando anche nuovi conflitti.
Le guerre inaspriscono i rapporti fra i popoli, tra vincitori e vinti, rendendoli ancora più nemici. Il cessare dell’uso delle armi, poi, non coincide con la pace intesa come giustizia, anche perché, in genere, uno dei due contendenti è venuto meno o, addirittura, è stato annientato.
Le guerre sono decise da chi è al potere e sono combattuti dai popoli, facendo subire ai civili e ai più deboli i loro costi immensi. La distruzione che segue ogni guerra non è mai solo economica o urbanistica, ma tocca l’anima delle persone, per questo è devastante.
La guerra è un’assurdità, ma è anche la tentazione ricorrente degli uomini. L’uomo non apprende mai la drammatica lezione della guerra. Per questo, con coraggio, dobbiamo modificare il noto detto latino in: si vis pacem, para pacem (se vuoi la pace, prepara la pace).
La pace va custodita e costruita con coraggio. La pace è una scelta di campo, una scelta culturale e politica; è il modo di essere di chi vive la relazione sociale e comunitaria – anche a livello più ampio tra gli Stati – nel rispetto degli altri, delle persone e dei popoli.
La pace è minacciata – lo insegna la storia – quando il potere, per troppo tempo, è nelle mani della stessa persona o del suo cerchio “magico”. Se non c’è ricambio e se non c’è una cultura che favorisca l’intangibilità della persona, si rischiano derive autoritarie contrarie alla giustizia, alla pace e, quindi, contrarie all’uomo.
Bisogna costruire relazioni che riconoscano e rispettino sempre la dignità della persona e l’accoglienza; è essenziale, quindi, “muovere” e sensibilizzare l’opinione pubblica e progettare misure efficaci e lungimiranti, per “isolare” soggetti e Stati che non riconoscono o rifiutano questi principi fondamentali di convivenza pacifica.
Vogliamo la pace, costruiamola. Le donne e gli uomini che appartengono al popolo della pace lo sanno e, se sono credenti, sanno che la preghiera è un cantiere importante dove si costruisce la pace.
Come credente invito, quindi, chi crede a partecipare al momento di preghiera promosso dal Consiglio locale delle Chiese cristiane di Venezia e che sta per iniziare nella Basilica di San Marco».