La Visita pastorale alla collaborazione di S. Cassiano, S. Silvestro, S. Giacomo dall’Orio e San Simeon questa mattina è stata l’occasione, per il Patriarca Francesco, di incontrare anche i commerciati dell’area realtina oltre all’associazione “Rialto Mio” – attenta a mantenere vive le ricorrenze popolari della città – e al “Comitato Rialto Novo”. In rappresentanza dei commercianti della zona c’era invece Gino Mascari che ha chiesto a mons. Moraglia il suo sostegno in un contesto oramai sempre più complicato. Basti pensare non solo alla drastica riduzione di banchi di pesce, verdura e frutta a cui si è assistito negli ultimi anni, ma anche – a detta di Mascari, della storica drogheria veneziana – della sporcizia e della musica ad alto volume che risuona a Rialto la sera. Insomma, una situazione di degrado di cui il Comune è ormai a conoscenza. E dopo il sì di Luigi Brugnaro al progetto lanciato dal “Comitato Rialto nuovo” che consiste nel rilancio del mercato attraverso un museo ed una degustazione di piatti tipici, Mascari ha sottolineato quanto il silenzio del sindaco – da quell’incontro di tre mesi fa – cominci a pesare. «Non abbiamo più saputo nulla. Se hanno intenzione di sostenere il nostro progetto bene, altrimenti che ci dicano se ce ne sono di alternativi. Caro Patriarca, abbiamo bisogno del suo supporto per portare avanti questa battaglia. Questa zona evidentemente non ha il rispetto che dovrebbe avere».
«Il mercato – il commento del Patriarca – è un luogo di rapporti, interazioni, scambio e commercio. E quello di Rialto, i suoi odori, la sua struttura e le voci dialettali che si sentono in sottofondo, parla di una realtà viva. Comprendo la sofferenza di chi non ha ancora ricevuto risposte, al momento, ma bisogna tenere desta questa proposta, in quanto questo è il cuore storico della città». Un progetto, quello museale del Comitato, che mons. Moraglia ha detto che si augura possa presto concretizzarsi.
«Spero che chi è preposto al governo del bene pubblico – ha proseguito – sappia guardare questa realtà salvaguardandola e inserendola in un progetto di città viva che, proprio perché tale, non può diventare una sorta di Disneyland. Venezia certamente ha una vocazione turistica, tuttavia deve rimanere una città abitata da persone che hanno esigenze normali, quotidiane e che devono essere messe nelle condizioni di poter trovare una casa e un lavoro. Da parte mia farò il possibile e mi farò portavoce con le istituzioni di quanto mi avete detto oggi».
Marta Gasparon