Tappi che non si staccano più dalla bottiglia? Non sarà questo che frenerà le raccolte solidali. Però un consiglio, per evitare che a qualcuno passi la voglia di partecipare a queste iniziative del cuore, occorre.
Già, perché una nuova legge (in vigore per tuti dall’anno prossimo, ma già adesso applicata da alcuni) “attacca” i tappi alle bottiglie, per evitare che si disperdano nell’ambiente e inquinino. Ma quest’unione non è indissolubile: bastano un paio di forbici o un po’ di energia…
La raccolta tappi – si sa – è diventata una pratica sempre più diffusa negli ultimi anni: da chi è più sensibile al tema ambientale a chi invece cerca di ricavarne un piccolo guadagno, sono sempre di più le infrastrutture e le associazioni che creano centri per la raccolta di tappi riciclabili. Lo scopo è quello di cederli ad aziende che ne riciclano la plastica in cambio di una piccola somma di denaro, promuovendo così un comportamento attento alle esigenze dell’ambiente e riducendo i costi di produzione dell’azienda stessa. Uno scambio che vede tutti vincitori, ma che rischia di non avere un seguito.
Nel 2024, infatti, entrerà in vigore una legge che prevede l’obbligo, per le bottiglie di plastica, di avere il tappo e il coperchio attaccati al contenitore. Il commercio di tappi però, oltre ad essere un’abitudine ecologica, è spesso adoperato dalle associazioni umanitarie per raccogliere fondi da destinare al finanziamento di progetti solidali, sfruttando un comportamento eco-friendly per il raggiungimento di uno scopo nobile. Come l’associazione polisportiva Pacinotti di Mestre, che li devolve ad Avapo, un’associazione di volontari che si occupa dell’assistenza ai malati oncologici, o l’Associazione Volontari Magis Terzo Mondo, che con il ricavato della raccolta tappi è riuscita, dal 2006 ad oggi, a sovvenzionare la costruzione di quattro scuole nel Kyondo, una regione della Repubblica Democratica del Congo.
L’ambizione, ora, è quella di costruire una scuola ancora più grande, composta da 14 aule, che possa ospitare un numero maggiore di bambini. Un progetto ambizioso che rischia forse di naufragare a causa dell’entrata in vigore della nuova legge. «È un problema in realtà facilmente aggirabile», spiega Emma Errore, volontaria dell’associazione Magis Terzo mondo, «perché il tappo può essere separato dalla bottiglia di plastica semplicemente facendo maggiore leva sul contenitore. Scopo della legge è infatti quello di evitare che vi sia una dispersione inutile di plastica nell’ambiente, dovuto all’abbandono frequente di tappi e coperchi, ma una volta che si è terminato il contenuto della bottiglietta è possibile separare il tappo dal suo contenitore. Occorre solo sensibilizzare il consumatore sull’argomento».
Il ricavato della raccolta tappi, infatti, non serve solo a sovvenzionare la costruzione della scuola, ma anche il personale, i libri, gli insegnanti: è importante quindi che non risenta di un’impennata negativa. «Le persone e le principali aziende che ci aiutano nella raccolta tappi sono perfettamente consapevoli del fine per cui li raccolgono – prosegue Emma – e speriamo quindi di riuscire ad ovviare a un problema che in realtà non presenta alcuna difficoltà concreta, ma necessita solo di una maggiore attenzione da parte di chi consuma la bottiglietta… e di una maggiore pressione».
Teresa Facchinetti