Norma Cossetto era una laureanda 23enne all’Università di Padova. Venne imprigionata e gettata nella foiba di Villa Surani, dopo essere stata violentata, per la sola colpa di essere italiana. Proprio a lei l’Amministrazione comunale di Venezia ha deciso di intitolare, il 27 settembre scorso, una delle rotonde di via Anselmi.
Lo ha sottolineato questa sera, al Teatro Momo di Mestre, la presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano, che ha coordinato per l’Amministrazione comunale le iniziative per il Giorno del Ricordo 2020 e in particolare la cerimonia ufficiale cittadina organizzata dal Comune di Venezia in occasione del Giorno del Ricordo per le vittime delle foibe.
La commemorazione si è aperta con la rappresentazione teatrale “La foiba del silenzio”, una lettura scenica multimediale che ha affrontato i temi controversi della fine del secondo conflitto mondiale nelle province italiane ex orientali.
Oggi – ha detto Linda Damiano – è nostro dovere morale e civico fissare nella memoria il ricordo di questi nostri connazionali, dando voce al silenzio e coltivando una memoria universale e libera da ideologie o negazionismi. L’odio, la vendetta, la discriminazione generano solo altro odio e violenza”.
Alessandro Cuk, presidente del Comitato provinciale di Venezia dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ha introdotto la rappresentazione: un approfondimento sulla questione delle foibe e della Resistenza, dell’esodo delle comunità istriano, dalmate e giuliane, della loro accoglienza in Italia e della deportazione di parte della popolazione italiana – all’indomani dell’avvenuta scomunica staliniana della politica jugoslava – nei campi e nelle isole adriatiche di quegli stessi italiani che avevano abbracciato la causa di Tito.
Lo spettacolo è stato curato da Paolo Marchetti, Gigi d’Agostino e Annalisa Gambaretto dell’Associazione culturale Kamina Teatro. Sul palco Francesca Sara Toich, Paul Spera e Andrea Brugnera, che ne ha curato anche la regia.