In occasione della 107a Giornata Mondiale dei Migranti e dei Rifugiati, Caritas Italiana organizza a Roma la “marcia dell’accoglienza del Progetto Apri” (acronimo di accogliere, proteggere e promuovere, integrare), per domenica 26 settembre. Il progetto riguarda l’accoglienza e l’inserimento di migranti e richiedenti asilo nelle parrocchie, mediante il coinvolgimento di famiglie tutor e di operatori che coordinano l’inserimento.
L’obiettivo è promuovere una seconda accoglienza – in quanto si tratta di persone che sono già in Italia – integrata nel tessuto pastorale delle comunità cristiane che vada oltre i vecchi schemi assistenzialistici. Al progetto Apri ha aderito da oltre un anno anche la Caritas di Venezia e proprio per questo domenica 26 a Roma sarà presente una delegazione di circa 20 persone, tra migranti, tutor e operatori. Il pullman partirà da Venezia intorno alla mezzanotte, con l’obiettivo di essere alle 9,30 a Castel Sant’Angelo e prendere parte alla marcia che si concluderà in Piazza San Pietro con la partecipazione all’Angelus di Papa Francesco.
«La marcia – spiegano gli organizzatori – intende anzitutto sensibilizzare sempre più le comunità (parrocchie, istituti religiosi, famiglie, etc…) all’accoglienza e rappresenta una bella opportunità di confronto e di scambio per quanti sono coinvolti nel progetto, a partire dalle persone accolte, le famiglie tutor, gli operatori Caritas, le parrocchie e tutti coloro che, a vario titolo, collaborano per la buona integrazione sui territori». A livello nazionale finora sono 623 le persone accolte, di cui 186 minori, 53 le diocesi coinvolte, 100 le parrocchie, oltre 60 gli operatori e 350 le famiglie tutor volontarie. Nella diocesi di Venezia sono state avviate circa 10 accoglienze di beneficiari, accompagnati da famiglie delle parrocchie del Patriarcato. In pratica alcune famiglie o alcune singole persone si occupano di accompagnare e fare da tutor alle persone migranti, traghettandole verso altre forme di intervento, secondo i progetti della Caritas. La durata del percorso varia tra i sei e i dodici mesi. L’intento principale del progetto è di «dare centralità alla comunità, intesa come base vitale e sistema di relazioni in grado di sostenere il processo di inclusione sociale e lavorativa delle persone». (S.S.L.)