Il Covid ha insegnato una cosa: meglio allertarsi subito, al primo segnale di pericolo, che correre ai ripari quando i guai sono già arrivati. Vale anche per la febbre Dengue, l’infezione trasmessa all’uomo dalla puntura di zanzare infette del genere Aedes, soprattutto Aedes aegypti (non è la zanzara tigre), che pungono prevalentemente di giorno.
E l’allarme stavolta viene da lontano: dai Paesi del Sudamerica, in particolare da Brasile e Argentina, dove i casi di persone ammalatesi sono decine di miglia e si contano anche alcune decine di morti. Da ciò un allerta diramato dal ministero della Salute. «E perciò stiamo anticipando alcune misure per il controllo della diffusione del virus», spiega Vittorio Selle, direttore del dipartimento prevenzione dell’Ulss 3.
Al momento non si registrano casi di persona infettate nel territorio dell’Ulss Serenissima, «ma nel caso ce ne fossero siamo pronti con la procedura», spiega Selle: «Nel raggio di 500 metri dall’abitazione della persona malata si fa una disinfestazione tesa ad abbattere tutte le zanzare adulte presenti. La ragione è che il virus, contratto quasi sempre da una persona durante un viaggio nei Paesi in cui ci sono zanzare infette, non si trasmette da uomo a uomo, ma attraverso la puntura di un’altra zanzara, che s’infetta succhiando il sangue della persona ammalatasi, e poi a sua volta trasmette il virus con le punture successive».
L’anno scorso questo tipo di disinfestazione è accaduto tre volte «e non vi si ricorre con maggiore frequenza perché al contempo vengono abbattuti anche tutti gli altri insetti, compreso quelli utili all’ecosistema».
Semmai si provvede, come di consueto, alla disinfestazione di tombini, caditoie, fossati dove le zanzare depongono le uova: «Un’operazione che facciamo una volta al mese – prosegue il dott. Selle – e che ha lo scopo di eliminare le larve di zanzara. Se poi anche i privati, nei loro giardini e aree verdi, hanno l’accortezza di non lasciare pozze d’acqua in cui gli insetti si riproducono, riusciamo a ottenere un buon risultato. E comunque consigliamo a tutti di usare, quando si sta all’aperto, repellenti anti zanzara».
Viene inoltre anticipata di uno-due mesi l’attività di controllo al porto e nell’aeroporto: «Dato che le zanzare infette arrivano con le navi o con gli aerei, negli scali vengono installate delle “trappole”. È poi compito dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie analizzare gli insetti catturati per vedere se ci siano esemplari portatori di virus».
Infine c’è l’arma del vaccino. Nel settembre scorso l’Agenzia italiana per il farmaco ha approvato un vaccino tetravalente vivo attenuato per la profilassi contro la malattia da Dengue, causata da uno qualsiasi dei quattro sierotipi del virus. Il vaccino è somministrabile a partire dai 4 anni di età: «L’abbiamo ordinato e siamo in attesa che arrivi nei nostri magazzini», spiega il direttore del dipartimento per la prevenzione. Sarà utile per chi sta per partire per i Paesi più a rischio: quelli del Sudamerica, appunto, ma anche alcuni di Africa, Asia e Oceania.
Giorgio Malavasi
Febbri da puntura di zanzara: l’allarme (anticipato) stavolta viene da lontano
Share This
Previous Article
Nuovo studio a Sant'Elena e nuovo progetto per Marco Rizzo
Next Article