La capienza degli edifici di culto potrà d’ora in poi superare il limite delle 200 persone presenti, laddove sussistano tutte le condizioni di sicurezza previste dalle norme anti Covid. E’ questo l’importante risultato raggiunto in Veneto, grazie a un fitto scambio di comunicazioni intercorso nei giorni scorsi tra il Patriarca di Venezia mons. Francesco Moraglia e la Regione Veneto.
Il Patriarca ha infatti interpellato la Regione, a nome dei vescovi delle diocesi venete in quanto Metropolita della Regione ecclesiastica veneta, in merito appunto ai limiti di capienza dei luoghi di culto che erano stati fissati ad un massimo di 200 persone, richiamando le restrizioni numeriche disposte per gli eventi pubblici, in particolare per quelli relativi a cinema e spettacoli dal vivo.
L’atteso chiarimento, che supera tali limitazioni, è arrivato mercoledì 26 agosto mediante una comunicazione ufficiale da parte della Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare e Veterinaria, diretta dalla dottoressa Francesca Russo.
«Seppur ricordando l’opportunità di limitare per quanto possibile le occasioni per grandi assembramenti di persone – viene specificato nella comunicazione inviata dalla Regione – si rimanda a quanto definito all’Allegato 1 “Protocollo con la Conferenza Episcopale Italiana circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo” del Dpcm del 7.8.2020. Tale allegato, oggetto di approvazioni nei diversi Dpcm pubblicati negli ultimi mesi, definisce che, “nel rispetto della normativa sul distanziamento tra le persone, il legale rappresentante dell’ente individua la capienza massima dell’edificio di culto, tenendo conto della distanza minima di sicurezza, che deve essere pari ad almeno un metro laterale e frontale”, comunque in ottemperanza di tutte le altre misure di sicurezza, cui ottemperare con cura, previste nel citato Allegato. Nello specifico, seppur considerando comprensibile, sotto il profilo dei principi sui cui sono state fornite le disposizioni igienico-sanitarie per la prevenzione della diffusione di Covid-19, il raffronto con le restrizioni numeriche disposte per il “Cinema e gli spettacoli dal vivo” dal citato DPCM, sotto il profilo normativo, non sussistono specifiche limitazioni numeriche per quanto attiene alle “celebrazioni liturgiche” . Non risulta, del resto, esser stato tradotto in alcun atto avente valenza giuridica il parere del Comitato Tecnico Scientifico a cui fa cenno la nota ministeriale del 13.5.2020 a firma del Capo Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, a sua volta da considerarsi superata dai vari Dpcm intervenuti successivamente, come sopra ricordato».