È morta giovedì 26 aprile, verso le 13.30, suor Bianca Benatelli. Originaria di Caorle, per più di cinquant’anni ha operato in Africa.
Suor Bianca, che avrebbe compiuto 80 anni fra pochi mesi, veniva da Caorle, appunto, figlia di Marcella Marchesan e Giovanni Benatelli, che avevano avuto dieci figli, quattro maschi e sei femmine, due delle quali divenute suore: suor Bianca e suor Cornelia.
Suor Bianca entra nelle Comboniane nel 1958, con il desiderio di fare la missionaria. Trascorre un anno a Londra, per formarsi, imparare l’inglese e diventare infermiera. Poi lavora per 37 anni nel reparto di maternità dell’ospedale di Khartoum, in Sudan.
In Sudan, terra di missione comboniana per eccellenza, a partire dagli anni ’60 suor Bianca vive situazioni drammatiche: la guerra che oppone il Sud Sudan al governo di Khartoum provoca migliaia di sfollati, tra cui numerosissimi cristiani, che trovano rifugio nelle periferie di Khartoum. Accoglienza, assistenza medica, formazione scolastica sono alcune delle attività in cui i missionari – e tra loro la religiosa di Caorle – si impegnano a fondo.
Negli ultimi dieci anni, poi, suor Bianca Benatelli si adopera nel Sud Sudan, non più nell’aiutare le partorienti e i neonati, ma in un dispensario, occupandosi soprattutto dei detenuti ammalati.
Con una fede cristiana completamente incarnata nella carità, instancabile e pragmatica, suor Bianca ha lavorato tantissimo, a diretto contatto con persone in enorme difficoltà; ma si è anche data da fare a fondo per raccogliere – ogniqualvolta è tornata in Italia – sostegno e aiuti anche economici per poter continuare la sua opera.
Convinta che il mal d’Africa esistesse davvero, sentiva il continente nero come la sua terra: chi l’ha conosciuta ricorda il suo dispiacere nel dover tornare per periodi prolungati in Italia, in questi ultimi anni, per via di condizioni di salute che diventavano sempre più inferme. Diceva, infatti – pur essendo affezionata alla sua Caorle e alla famiglia d’origine – di voler morire in Africa. (G.M.)