C’è un pezzo di Veneto e perfino di Trivignano, nel Comune di Venezia, in 2 miliardi di dosi di vaccino anti-Covid. O, per meglio dire, nei contenitori del vaccino. È infatti la Stevanato Group – azienda con sede a Piombino Dese, di proprietà della famiglia Stevanato, originaria di Trivignano – a fornire una notevole quantità di flaconi ad alcuni dei principali produttori di vaccino. «Ci riempie di orgoglio il poter dare il nostro contributo», afferma Franco Stevanato, amministratore delegato dell’azienda: «Sentiamo una grande responsabilità nel supportare le case farmaceutiche nella cura dei pazienti in tutto il mondo».
Milioni di flaconi. Stevanato Group produce e fornisce, infatti, milioni di flaconi in vetro, ognuno dei quali è in grado di contenere anche 20 dosi. Le dimensioni dei flaconi e la loro capienza, però, sono e saranno tarati sulle richieste delle aziende farmaceutiche. Pfizer, per esempio, usa flaconi per 6 dosi; e se tutti condividessero la strada scelta da Pfizer servirebbero circa 350 milioni di flaconi. Ma diverse sono le strategie e le scelte per ognuna delle nove società che l’azienda di Piombino Dese si è impegnata a rifornire. Praticamente, così, Stevanato Group fornirà i contenitori per il 70% della produzione vaccinale anti Coronavirus. L’accordo per la produzione e fornitura di flaconi risale al giugno scorso ed è stato preso dall’azienda veneta con Cepi (The Coalition for Epidemic Preparedness Innovations), la partnership globale che si occupa di finanziare e coordinare lo sviluppo di un vaccino contro il Covid su scala mondiale. Adesso che le prime case farmaceutiche sono entrate in produzione, i contenitori vengono realizzati dagli stabilimenti italiani e sparsi per il mondo (in Slovacchia, Brasile, Messico e Cina) di Stevanato Group. «I flaconi per il vaccino anti Covid – spiega Stevanato – sono in vetro borosilicato neutro di tipo 1. Sono una soluzione collaudata e ampiamente disponibile per i contenitori in vetro farmaceutico in quanto preservano la stabilità dei vaccini. Le caratteristiche chimico-fisiche del vetro di Tipo 1 lo mantengono resistente alle ampie variazioni di temperatura, da molti gradi sotto allo zero a qualche grado sopra lo zero».
Dieci miliardi di pezzi l’anno. In effetti l’azienda veneta, che produce 10 miliardi di pezzi all’anno, tra sistemi di somministrazione di farmaci, contenitori sterili e non, dispositivi in plastica per la diagnostica e il settore medicale, aveva avviato già ad inizio pandemia il proprio impegno: «Abbiamo fornito flaconi per i trattamenti del virus – ricorda Franco Stevanato – e flaconi per i vaccini in fase preclinica, oltre alla fornitura di componenti in plastica (che produciamo in Germania e negli Usa) per i kit di diagnosi del virus». Poi l’accelerazione, pensando al vaccino: «Abbiamo anticipato gli investimenti per la produzione di nuove linee produttive di formatura dei flaconi. Avere un team interno di ingegneri, che si è occupato di progettare e costruire le linee produttive, ha fatto la differenza per rispondere in maniera tempestiva e ci ha permesso di installare velocemente nuova capacità produttiva nei nostri impianti nel mondo».
Giorgio Malavasi