Quali conseguenze neuropsicologiche può comportare un tumore al seno e quali possono essere legate alle terapie ricevute? Esistono dei marcatori in grado di valutare in modo precoce i fattori di rischio per lo sviluppo di compromissione cognitiva? Se sì, come possono essere utilizzati al fine di personalizzare il percorso riabilitativo di queste pazienti?
“Sebbene i recenti miglioramenti nelle terapie antitumorali – spiega Pierfranco Conte, Oncologo e Direttore Scientifico dell’IRCCS San Camillo – abbiano comportato un aumento dell’aspettativa di vita dei pazienti oncologici, possono verificarsi deficit cognitivi associati ai tumori e al loro trattamento (decadimento cognitivo correlato al cancro – CRCI) in tassi che vanno dal 17 al 70% dei pazienti”.
Sebbene studi emergenti stiano indagando la validità di possibili biomarcatori rilevati da campioni ematici e sensibili alla presenza di difficoltà cognitive, i dati a supporto del loro utilizzo nella pratica clinica con pazienti oncologici necessitano di ulteriori evidenze al fine di trarre conclusioni definitive rispetto ai diversi approcci finora sperimentati.
Inoltre, una volta individuate, tali difficoltà necessitano di essere adeguatamente trattate.
“Il training cognitivo attraverso teleriabilitazione – aggiunge la dott.ssa Francesca Burgio, Responsabile del Laboratorio e del Servizio di Neuroriabilitazione dell’IRCCS San Camillo – rappresenta in questo ambito una soluzione promettente nelle pazienti con cancro al seno, risultando più sostenibile sia per le pazienti, che spesso esperiscono alti livelli di affaticabilità sia fisica che cognitiva, sia per il SSN in termini di rapporto costo-efficacia rispetto alle cure standard”.
L’integrazione tra i dati clinici e i marcatori biologici nelle pazienti con tumore al seno e CRCI consentirebbe di migliorare l’assistenza clinica nella scelta del trattamento più adeguato alla gestione delle sequele cognitive e psicologiche collegate al cancro e/o alla terapia farmacologica ricevuta.
Questo è l’obiettivo di un ambizioso progetto di ricerca finanziato con 1 milione di euro dal PNRR nato dalla sinergia tra l’IRCCS San Camillo di Venezia, specializzato in neuroriabilitazione, e l’IRCCS Fondazione Giovanni Pascale di Napoli, istituto nazionale dedicato alla lotta ai tumori. Due realtà di eccellenza nel panorama nazionale e internazionale che in questa occasione uniscono le forze per una ricerca integrata e multicentrica unica nel suo genere.
L’Istituto Nazionale Tumori, Fondazione Pascale, Napoli, sarà l’Unità Operativa 1 responsabile, sotto la guida del dott. Michelino De Laurentiis, dell’arruolamento dei pazienti nel Sud Italia. Condurrà la raccolta di dati clinici, biologici e cognitivi e sarà responsabile per le analisi.
L’IRCCS Ospedale San Camillo, Venezia, sarà invece l’Unità Operativa 2, responsabile della somministrazione del programma di teleriabilitazione e dell’analisi dei dati cognitivi e clinici, sotto la guida della dott.ssa Francesca Burgio.
Il progetto, che si avvale anche dell’expertise del dott. Massimo Gion, Responsabile della Biobanca dell’IRCCS San Camillo, è finalizzato inoltre alla creazione di una biobanca virtuale condivisa tra i due istituti per l’armonizzazione delle procedure di gestione dei campioni biologici e l’integrazione dei biomarcatori con i dati cognitivi e psicologici delle pazienti.
Hanno contribuito a questo progetto anche Gerardo Ferrara , Laura Danesin , e altri ricercatori di entrambi gli istituti, tra cui Elena Giusto , Nicola Filippini , Pawel Kiper , Daniela D’Imperio , Ilaria Parrotta , Rosalia Anna Rega , Raffaella Di Monda .
Il progetto avrà una durata di 24 mesi.