Scoppiano le coppie. Se il lockdown da un lato ha dato la possibilità ad alcune coppie, sia sposate che conviventi, di rafforzare il rapporto, dall’altro però ha portato ad una convivenza forzata con relativa crisi. Nei tre consultori della diocesi infatti nel 2020 si è assistito ad un aumento del 15% di coppie che hanno chiesto aiuto, tra cui anche persone mature con figli già grandi.
«Un trend che presumibilmente continuerà ad aumentare anche nel 2021», afferma Tamara Tonet, psicologa, psicoterapeuta e mediatrice famigliare, responsabile del Centro di Consulenza Famigliare diocesano del litorale. La pandemia ha infatti inciso sulla qualità delle coppie rischiando di mettere in crisi anche quelle più solide: «I partner possono subire un incremento delle tensioni per via di emozioni negative quali rabbia, confusione e stress o fasi depressive conseguenti al periodo di emergenza. Tra le conseguenze indirette emergono invece problemi di occupazione e di reddito, un’incertezza economica che contribuisce ad incrementare tensioni e insoddisfazione». La pandemia molto spesso però non è la vera causa della crisi, ha solo contribuito a scardinare i meccanismi difensivi delle normali routine, in cui tutto sembrava funzionare “in automatico”, messi in atto per nascondere i disagi relazionali: «Spesso le coppie non affrontano i conflitti perché temono un cambiamento e si adagiano a stare distanti per comodità, ma anche per mantenere l’immagine sociale che in molti casi viene camuffata dietro ad un “lo facciamo per i figli”» dice la psicoterapeuta. La convivenza forzata ha quindi messo in luce difficoltà che prima erano diluite nella quotidianità, nel corso di una giornata che passava per lo più fuori casa: «Molte coppie hanno vissuto il lockdown come una prigionia scoprendo di vivere in una relazione che forse già da tempo era trascurata, accorgendosi che la comunicazione, il dialogo e la condivisione delle emozioni non avvenivano più, perdendo anche la voglia di litigare. Ora – prosegue la psicoterapeuta – fare i conti con la gestione quotidiana della casa, dei figli e del tempo “vuoto” ha portato a nuove consapevolezze a cui la relazione di coppia, superficiale e senza progettualità condivise, non ha retto».
Il legame ora si scopre fragile e le giornate si affrontano con grande tensione: «Se prima figli e lavoro erano ottimi alibi per non affrontare il partner e la propria insoddisfazione, ora non è più così e il senso di soffocamento sovrasta». Queste sono le coppie che si sono presentate al consultorio dopo i mesi di lockdown e che ora cercano di ricucire strappi e ferite. «Sono coppie che da tempo vivevano una comunicazione inefficace e disfunzionale, dovuta a forti incomprensioni o ad aspettative disilluse, che si accorgono di essere state innamorate del partner ma di non amarlo più. Motivi di rottura possono verificarsi per incomprensioni dovute all’educazione dei figli o quando viene tradito il patto di fedeltà coniugale, che non avviene necessariamente solo nell’ambito sessuale ma anche mettendo qualcos’altro prima della coppia stessa come lavoro, figli ma anche la famiglia d’origine». Tra i fattori di distanza rientra poi anche la sessualità: «Nel periodo della pandemia il desiderio sessuale è calato per via di un fattore ansiogeno. Nelle coppie che già arrancavano questo ha creato un ulteriore disagio a cui prima non davano peso perché pensavano fosse dovuto ad una mancanza di tempo».
Sorta la crisi allora bisogna capire se le coppie hanno bisogno di attivare un cambiamento evolutivo o distruttivo della relazione stessa. Bisogna ricostruire la storia della coppia per comprendere se la crisi è nata dallo stress dovuto dalla situazione o se ha origine in altri momenti: «Se la crisi è dovuta alla pandemia si aiuta la coppia a rendersi consapevole che deve imparare a stare nella fatica, perché le basi per affrontarla ci sono. Se invece la crisi è di altra natura allora vanno affrontate le cause, si aiuta la coppia a rivedere i motivi che l’hanno portata a scegliersi, aiutandola a comunicare in modo più efficace. La cartina di tornasole è quando la coppia riprende ad alimentare progettualità condivise».
Francesca Catalano