Ci sono 4.000 euro a testa da sfruttare al meglio per ripartire. Un po’ a spanne è questa la cifra a disposizione di ogni italiano, grazie alle non poche misure di sostegno decise dal Governo del nostro Paese e in via di definizione da parte dell’Europa.
I decreti Cura Italia e Rilancia Italia, il Recovery Fund, Mes, Sure e fondi della Bei: è da queste fonti che agli italiani dovrebbero arrivare circa 240 miliardi di euro, cioè, appunto, circa 4.000 euro per ogni abitante del nostro Paese.
Lasciamo stare tutti i distinguo e i pur legittimi dubbi sull’esito buono e rapido di queste misure. Diciamo, piuttosto, che il percorso per ottenerli è stato avviato e le primissime gocce di pioggia di questo temporale ristoratore sono cadute.
Il punto è un altro: è come usare questi danari. Soprattutto: è con quale spirito si affronterà questa cascatella di risorse, ossia la dotazione scovata dalle istituzioni per rialzarci dopo la batosta del Covid.
Si tratta, infatti, di fare rialzare l’economia, per evitare che all’alleggerirsi della crisi sanitaria subentri una robusta crisi economica, accompagnata da una lacerante crisi sociale.
È una questione di testa, appunto. A noi pare che questo sia il momento – come hanno più volte sottolineato il Patriarca Francesco e, in generale, la Chiesa italiana – di mettere al centro la persona. Il che significa mettere un campo un cocktail di solidarietà e di stimolo all’impegno e alla laboriosità.
Solidarietà perché chi non vede un quattrino dall’8 marzo e non vede prospettive per i prossimi mesi non può essere lasciato solo. Stimolo all’impegno perché è solo generando nuovo lavoro e impegnandosi molto perché questo sia produttivo, efficiente e realizzante si otterrà una ripresa stabile e significativa.
Guai cioè a pensare che quei 4.000 euro siano lì per essere presi e spesi, così da tirare a campare in attesa del prossimo contributo: sarebbe il peggiore degli assistenzialismi. Ed è davvero una questione di testa evitare questo pericolo: ogni italiano dovrebbe fare uno scatto e tradurre la crisi da Covid in opportunità per cambiare in meglio.
Poi serve un sovrappiù di creatività e di lungimiranza da parte di istituzioni e imprenditori che, insieme, dovrebbero trainare verso una nuova economia, capace di essere sostenibile e di porre al centro la realizzazione della persona.
In queste settimane la politica sembra essersi mossa con un certa avveduta compattezza e l’impresa pare pronta a cogliere lo start per la ripartenza. È il momento di scelte fondamentali.
Giorgio Malavasi