L’anno si è chiuso con il botto e non è stato dei migliori: il 31 dicembre, nell’Ulss 3, si sono registrati 574 nuovi positivi al Covid-19, il dato più alto da inizio pandemia.
Certo, chi cerca trova. E in un territorio in cui si fanno quasi 30mila tamponi a settimana (tra molecolari e rapidi) è più probabile trovare persone infette. Però il numero sta a dire la forza con cui il Covid sta colpendo, tanto che l’ultima settimana di dicembre ha registrato i picchi di infezione.
Ma per capire l’entità dell’evento basterebbe aggiungere che sono 943 le persone morte, nel territorio dell’Ulss veneziana, “per” o “con” il virus da febbraio ad oggi; mentre circa 30mila (poco meno del 4% della popolazione) sono coloro che “ufficialmente” – cioè come esito di un tampone – hanno contratto il virus.
Sono alcuni dei dati forniti da Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell’Ulss 3. Aggiornando sulla situazione, Dal Ben ha fatto il punto anche sugli ospedali: sono 436, oggi, le persone ricoverate, di cui 382 nei reparti e 54 in terapia intensiva.
Il maggior numero di degenti è a Dolo, trasformato in ospedale Covid: sono 141, di cui 121 in area non critica e 20 in rianimazione. Seguono l’Angelo (85, ci cui 16 in terapia intensiva), il Civile di Venezia (69, di cui 8 nel reparto per i più gravi), Mirano (19 complessivi), Chioggia (32), il Policlinico San Marco (22 pazienti) e Villa Salus (67 posti letto occupati).
«Resta stabile la percentuale attorno al 7% di casi positivi che esitano in un ricovero». Significa che circa 35-40 persone di quelle trovate positive nell’ultima settimana di dicembre – quella dei picchi più alti – nel giro di qualche giorno probabilmente dovranno fare ricorso a cure ospedaliere.
Il che significa che l’epidemia si sta aggravando: nelle settimane precedenti, infatti, la media di ricoveri giornalieri è stata di 28 persone.
D’altro canto, l’intero mese di dicembre ha fatto registrare un record: il 21% dei ricoveri – dato mai così alto prima – è stato causato dal virus.
La situazione è però sotto controllo, sottolinea Dal Ben, e ci sono ancora posti anche in terapia intensiva: «Attualmente, oltre ai 54 malati Covid, sono ricoverati nei reparti di rianimazione altre 23 persone; per cui, su 96 posti letto attivati, ne restano disponibili 19. Se la situazione si aggravasse, è previsto un ampliamento delle rianimazioni prima a 101 posti e poi a 114».
Ancora più importante, quindi, rispettare le regole di prudenza: «Sono 12.207, oggi – prosegue il direttore dell’Ulss – le persone in isolamento, perché positive o perché contatti stretti di un positivo. Hanno un’età media di 49 anni, decisamente più bassa dei 61 che notavamo in marzo. L’importante è che queste persone rispettino l’isolamento e non lo violino, magari solo perché non avvertono sintomi».
Una nota positiva viene invece dalle case di riposo: è stato superato il picco massimo registrato a metà dicembre e la tendenza è al calo degli infettati. Qualche numero per capire: il 1° novembre, tra gli ospiti delle Rsa, c’erano 126 positivi, balzati a 494 il 12 dicembre, per poi scendere a 298 oggi. Stessa dinamica tra gli operatori: 65 all’avvio di novembre, 248 a metà dicembre e 196 in questi giorni di inizio anno.
Giorgio Malavasi